Evasione o libertà?

R1_riflessioni_vacanzeFinalmente è arrivata l’estate, e con essa, il desiderio di staccare la spina, di dare un taglio al solito tran-tran, di prenderci i nostri tempi, di dedicarci al nostro benessere e di goderci le meritate vacanze in completo relax. In altre parole bramiamo “evadere” dalla routine quotidiana: casa, lavoro, scuola, palestra, cene, amici…  Gli operatori del settore turistico ci propongono affascinanti evasioni verso mete esotiche e molti istituti di credito ci svelano il segreto e le gioie delle vacanze a rate; il tutto nel tentativo di eludere ed illudere noi e le nostre finanze. Nonostante la tanto sbandierata crisi economica, ogni week-end, tutti i telegiornali parlano di traffico automobilistico da bollino nero. Tuttavia, l’evasione, in sé, ha una connotazione temporale ed effimera. Evadere dal nostro quotidiano, per cercare appagamento nel fascino di un nuovo che ben presto, farà parte di quel “solito” dal cui vogliamo scappare, non è meno breve ed illusorio di un progetto di evasione dal carcere. Tentare la fuga, fisica o spirituale che sia, non ha mai portato alcuno a godere della libertà, bensì solo a vivere nello smarrimento. 

Spesso siamo così impegnati a perseguire il nostro benessere, che, una volta raggiunto, siamo talmente stanchi per lo sforzo profuso, che non riusciamo a godercelo; talvolta invece, una volta raggiunto l’agognato successo, cadiamo nel perverso meccanismo che ci porta a sfinirci, nel tentare di conservarlo ad ogni costo, ed anche così facendo, non siamo in grado di beneficiare, sebbene per un tempo, del frutto del nostro affannarci: “Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, un correre dietro al vento” (Ecclesiaste 1:14). Prendiamo in prestito un motto del mondo che rende bene l’idea: “Quando il saggio invita a contemplare la volta celeste indicandola, lo stolto fissa lo sguardo sul dito”. Siamo, dunque, spesso vittime di cecità spirituale, quando rifiutiamo di credere che l’unica via d’accesso alla libertà è la fede nel Signore e nel dimorare nella Sua Parola. In taluni casi, invece, siamo affetti da astigmatismo spirituale, quando, pur avendo vissuto tale esperienza, non la rinnoviamo e, così facendo l’allontaniamo da noi, rischiando di perderla per sempre: “Se perseverate nella mia Parola, siete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. (Giovanni 8:32). I nostri fratelli e le nostre sorelle della chiesa di Vigevano (opera missionaria all’interno della Casa Circondariale in Piccolini, Fraz. di Vigevano) ci hanno, più volte, efficacemente confermato con la loro esperienza di vita, perduta e ritrovata, che l’unica, verace e permanente libertà è in Cristo Gesù. Chiediamoci dunque, quale tipo di vita vogliamo condurre, da evasi o da uomini liberi?

“Se dunque il Figlio vi farà liberi,sarete veramente liberi” (Giovanni 8:36)

Alessandra Protti

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