Lo spunto per questa riflessione viene dalla lettura del libro “Peccati Rispettabili” di Jerry Bridges. Già il solo fatto che qualcuno, o meglio, un fratello, abbia sentito la necessità di scrivere su questo argomento, dà la misura dell’urgente attualità della materia del contendere. Solitamente, trattando il tema del peccato, si analizzano le trasgressioni riconosciute palesemente dalla cultura odierna. “Peccati Rispettabili” sembra quasi un controsenso, in realtà vuole essere una provocazione: sta ad indicare quei peccati con i quali abbiamo imparato a convivere e che abbiamo imparato a tollerare, non nel nostro prossimo, bensì in noi stessi. Spesso siamo così coinvolti nel condannare il male del mondo e nel cercare di non farcene contaminare, che talvolta perdiamo di vista la necessità di combattere segni di peccati “più raffinati”, che possono annidarsi nelle pieghe del nostro cuore.
Quando abbiamo accettato Gesù nel nostro cuore, Egli ci ha salvato, riscattandoci dal peccato, tuttavia sappiamo che, dopo l’esperienza della nuova nascita, deve necessariamente seguire un processo di consacrazione e santificazione. Questo percorso non è sempre fluido ed agevole, spesso è fatto di cadute e di risalite. Sebbene sappiamo che il modello perfetto è Gesù, che dobbiamo guardare a Lui e conformarci alla Parola per verificare il nostro comportamento quotidiano, è altresì umano e naturale farci “contagiare” dall’ambiente circostante sia familiare sia lavorativo e non da ultimo, capita di riferirsi e prendere esempio da fratelli e/o sorelle spiritualmente più maturi di noi. Tuttavia ciò comporta inconsciamente, ma inevitabilmente, l’esprimere un giudizio personale che sfocia, nella migliore delle ipotesi nel confronto, e in quella peggiore, nella critica innestando nel nostro cuore semi di egoismo, invidia, irritabilità, maldicenza, ansietà, scontentezza, impazienza, orgoglio, ingratitudine… Tuttavia non dobbiamo dimenticarci di essere stati acquistati a caro prezzo, adottati come figli di Dio e, a motivo dell’adozione, elevati ad un ruolo speciale: santi, ovvero separati per un servizio, regale sacerdozio, stirpe eletta, dotati di un equipaggiamento spirituale straordinario (battesimo dello Spirito Santo, doni, ministeri) e della possibilità di essere in comunione con il Signore in ogni istante per mezzo della preghiera. Da veri cristiani non possiamo accontentarci del motto popolare: “nessuno è perfetto”, né rassegnarci al male; dobbiamo necessariamente contrastare il peccato sottile. Possono pertanto risultare utili alcuni suggerimenti:
1) Trattare il peccato secondo quanto dice la Parola di Dio. “Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce” (Colossesi 2:13-14).“Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono, infatti non c’è distinzione” (Romani 3:21-22), “e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede” (Filippesi 3:9). I nostri peccati sono perdonati e noi siamo dichiarati giusti grazie al sacrificio di Cristo. La comprensione di queste due gloriose verità sono la migliore motivazione per combattere il peccato.
2) Fare affidamento sulla potenza dello Spirito Santo “Non per potenza, né per forza, ma per lo spirito mio, dice il SIGNORE degli eserciti” (Zaccaria 4:6), “perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete;” (Romani 8:13). La vita spirituale è paragonabile ad un motore che compie un lavoro ma dipende sempre da una fonte di energia esterna. Dobbiamo sempre mantenere un’attitudine di dipendenza dallo Spirito Santo.
3) Riconoscere la nostra responsabilità individuale nel cercare ogni soluzione possibile. Sembra apparentemente una contraddizione rispetto al precedente suggerimento. Tuttavia è necessario mantenere un equilibrio per evitare sia fatalismo sia presunzione. Una saggia massima può venirci in aiuto: “Agisci come se tutto dipendesse da te; affidati a Dio come se tu non abbia agito per nulla”.
4) Identificare gli ambiti in cui si manifesta il “peccato accettabile”, riflettere sulle situazioni che lo innescano e cercare di prevenire le circostanze che lo stimolano, è fondamentale per metterlo a morte.
5) Meditare la Scrittura ed imparare a memoria alcuni versetti, chiedendo in preghiera a Dio di renderli efficaci nel combattere il male “Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te.” (Salmo 119:11). Praticare la preghiera con perseveranza è un potente mezzo per contrastare il peccato. Anche la preghiera comunitaria è un potente aiuto reciproco; pregare gli uni per gli altri è un insegnamento biblico: “Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia.” (Giacomo 4:16) “Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Infatti, se l’uno cade, l’altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senz’avere un altro che lo rialzi!” (Ecclesiaste 4:9-10) “E in verità vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.” (Matteo 18:19-20).
Siamo tutti allievi alla scuola di Cristo; talvolta saremo “rimandati a settembre” e gli esami di riparazione, in virtù della misericordia di Dio, ci permetteranno, un giorno, di essere “promossi alla gloria” quando il Signore ci richiamerà a Sé.