Quante volte abbiamo sentito parlare dei dodici apostoli. Talune volte a ragion veduta, tal altre a sproposito. “Dodici apostoli” era il nome di un vascello della flotta degli Zar di Russia, ed è persino il nome di un famoso ristorante di Verona. Per quanti, come me, maneggiano le Scritture con malcelata confidenza, i, genericamente, “dodici apostoli” sono: Simone, detto Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo e Giovanni, detti i figli del tuono, Filippo, Natanaele, Matteo, Tommaso, Giacomo il minore, Simone lo zelota, Giuda detto Lebbeo e anche Taddeo, ed infine Giuda l’iscariota. Alla morte di quest’ultimo, si aggiunse Mattia, perché dodici erano stati scelti dal Maestro e dodici dovevano continuare ad essere.
Leggiamo in Giovanni 15:16: “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e che il vostro frutto rimanga.” Talvolta penso a Gesù ai nostri giorni e m’immagino che sia il Capo del Personale di una grande azienda. Come sceglierebbe i suoi uomini di punta, quelli ai quali affidare gli incarichi più importanti? Starebbe alla scrivania, sommerso di curricula vitae? Selezionerebbe il personale con test psicoattitudinali? Intervisterebbe, in ultima battuta, candidati già analizzati sommariamente da altri? Assolutamente no. Oggi, come allora, utilizzerebbe un solo straordinario strumento: la potenza della Sua chiamata! Leggiamo come: “Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli. Simone detto Pietro e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare perché erano pescatori. E disse loro: Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini. Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Passato oltre, vide altri due fratelli Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, i quali, nella barca con Zebedeo loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, lo seguirono.” (Matteo 4:18-22). Ed ancora: “Poi Gesù, partito da là, vide un uomo chiamato Matteo che sedeva al banco delle imposte e gli disse: Seguimi! Ed egli alzatosi, lo segui.” (Matteo 9:9). Con buona pace dei criteri di selezione del personale! Ricordo che durante una riunione di capi servizio, il mio direttore dell’epoca, mi colpì con questo commento rivolto a noi collaboratori più stretti: “Sappiate che io metto la mia professionalità nelle vostre mani, perché se un evento ha successo, il merito è di tutti, se invece è un fallimento, la colpa è solo mia.” Avevo molta stima personale e professionale per quell’uomo, dal quale avevo, in più occasioni, imparato molto, e le sue parole mi spronarono a lavorare al meglio delle mie possibilità. Voglio azzardare un parallelismo, senza voler essere irriverente o speculare sulle Scritture. Se Gesù, che ben sa il fatto Suo, molto di più del mio buon direttore, ha scelto proprio quei dodici e non altri, sono convinta che ci abbia voluto indicare il “prototipo” di comunità. Era certo che quei dodici, con l’aiuto dello Spirito Santo ce l’avrebbero fatta: dodici “zoticoni” ripieni di Spirito Santo avrebbero ribaltato il mondo. E la prova tangibile del loro successo siamo noi, i cristiani di oggi: da Antiochia a Cornaredo durante questi ultimi duemila anni. E se è vero, com’è vero, che la stessa chiamata è per noi: “Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà.” (Atti 2:39), allora Gesù, ha investito la Sua fiducia su di noi, perché è sicuro che anche noi, con lo Spirito Santo, possiamo farcela. E noi? E la nostra fiducia? Il nostro comportamento non conforme al Suo insegnamento non solo pregiudica l’esito della nostra vita, bensì mette a rischio la Sua reputazione. Iddio ci aiuti ad essere fedeli ed efficaci testimoni della Sua gloria.