In che mani siamo?

Lettura da Giovanni 20:24-29

Quante volte ce lo siamo domandato, in questi ultimi tempi, dopo aver letto un quotidiano o aver seguito un telegiornale? Talvolta accade che anche i figlioli di Dio siano presi al laccio dello sconforto e dello scetticismo. Sebbene non debba servirci a guisa di giustificazione, è successo anche ad uno dei dodici. Se ne è tanto parlato, da farlo diventare il protagonista di un motto popolare che parla di un naso.

Per quanti maneggiano le Scritture con una certa disinvoltura, la lettura di questo passo porta ad una esortazione piuttosto classica, che possiamo riassumere efficacemente in: “Sii credente, non incredulo!”(v. 27). Tuttavia, in quest’occasione, lo spunto per la riflessione del pastore Francesco Gaudiello, ospite lo scorso 9 Febbraio 2014, prende le mosse dalla prima parte del versetto: “Guarda le mie mani!”. Guardiamo le mani di Gesù: come sono? Sono mani forti: mani callose di falegname, abituate al lavoro manuale pesante. Sono talmente forti che traggono Pietro dall’acqua (Matteo 14:21). Sono mani provvide: spezzano il pane – in due riprese – per novemila persone (Marco 6:44; 8:8-9). Sono mani onnipotenti: danno vita alla Creazione (Genesi 1:1). Sono mani pure: ci purificano dai nostri peccati (Ebrei 9:14). Sono mani forate: ci riconciliano con Dio Padre e ci danno la salvezza (Giovanni 3:16).

E non posso fare a meno di dirti che, oggi, queste mani forti, provvide, onnipotenti, pure, forate, sono tese verso di te, amico/amica che stai leggendo: afferrale e vivrai!

Alessandra Protti

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