All’inizio degli anni Novanta, venne ad abitare nel mio condominio un Pastore evangelico. Scoprii la sua identità, dopo alcune ricerche fatte insieme a mia madre. Sentivamo cantare, suonare, battere le mani nel suo appartamento e pensammo che fosse, con la sua famiglia membro di una qualche strana setta. Avvisammo persino l’amministratore, affinché prendesse informazioni. Tuttavia, qualche tempo dopo, la curiosità ebbe la meglio sulla diffidenza e ci ritrovammo, un pomeriggio, a condividere un invito per un caffè. Ci spiegarono che erano cristiani evangelici e ci invitarono nella loro chiesa per mostrarci come lodavano Dio e soprattutto come comprendere la Sua Parola. Già alle prime frequentazioni, fummo sorprese dal fervore della lode e della preghiera e culto dopo culto venimmo in contatto con la Verità: Gesù Cristo era morto per i nostri peccati e, affinché per mezzo del suo sacrificio ritrovassimo grazia agli occhi di Dio Padre e grazie al suo sangue abbiamo avuto il perdono, siamo stati liberati, guariti e salvati.
Se mia madre diede ben presto il suo cuore al Signore, io ero piuttosto infastidita dalla rapidità di percorrenza del suo percorso. Una sera, mia madre andò ad un culto al quale era stato invitato come ospite un pastore canadese. Durante la preghiera questo fratello si avvicinò a mia madre e le chiese: “Sorella, per chi vuoi che preghiamo?” Da mamma affettuosa e attenta, quale è, rispose:”Vorrei che i miei figli si convertissero a Gesù!” Mentre pregava per noi, disse ancora a mia madre: “Sorella, il Signore sta toccando una delle tue figlie. Si convertiranno tutti e tre (come poteva sapere che eravamo tre?) Una sarà più ribelle, ma si convertirà anche lei (parlava di mia sorella). Questo accadeva sul far della mezzanotte. Non avendo voluto partecipare alla funzione, ero rimasta a casa. Verso mezzanotte ero a letto e iniziai a pregare come avevo imparato, a lodarlo con un cantico (Ti loderò) a parlare con Lui come ad un Amico, senza recitare orazioni preconfezionate, aprendo il mio cuore e lasciando uscire quello che avevo dentro: la mia intercessione era per i miei figli e per mio marito (fuori casa per lavoro come tutte le domeniche). Qualcosa di meraviglioso accadde: sentii entrare nel mio cuore una gioia e una pace mai provate prima. Sebbene stupita di fronte alla pienezza di tale accadimento, da non potermi dare la benché minima spiegazione razionale, ero assolutamente felice. Il giorno seguente mi incontrai con mia madre, la quale mi raccontò che era successo al culto. Io a mia volta raccontai la mia esperienza. La coincidenza dell’orario non poteva essere casuale. “Il Signore ha toccato proprio me!” esclamai. Rendo grazie a Dio, perché da quel giorno la mia vita è cambiata: Gesù è il mio Amico fedele, il mio Dottore, il mio Liberatore e il mio Salvatore. Gli sono grata e riconoscente anche per la conversione di mio marito, sebbene avvenuta attraverso una prova durissima. Il Signore è stato fedele anche in occasione del nostro patto in acqua. Avevo il desiderio che mio marito ed io ci battezzassimo insieme e mi “confidai” con Gesù. Proprio mio marito, di li a poco mi chiese: “Ci credi? Allora perché non ci battezziamo?” Gloria a Dio per essere scesi insieme nelle acque battesimali. Ringraziamo Dio perché sentiamo la Sua presenza nella nostra vita. Anche nelle prove non siamo mai soli e sappiamo di non poter più vivere senza di Lui. Preghiamo che il Signore si riveli anche ai nostri figli, affinché possano conoscere il Suo amore, un amore immenso e incondizionato, che mai potranno trovare nel mondo.
Anna R.