Il termine “scuola domenicale” è una definizione virtualmente storica. Esso ci riporta indietro di secoli, quando nel lontano 1780 un certo Robert Raikes, di professione editore, diede inizio a questo nuovo esperimento. La condizione dei figli delle classi operaie nel 1780 era un problema grave. Egli conosceva i genitori di quei bambini, la mentalità e le abitudini del loro ceto e affermava che, né i ragazzi, né i genitori e persino i loro avi, erano mai entrati nella casa di Dio per adorare. Quindi, fare appello ai genitori non avrebbe prodotto alcun risultato. Diversi, come George Whitefield, John Wesley, Howel Harris, figure eminenti del risveglio metodista, tentarono di occuparsi di quella povera gente ma senza successo. Per Raikes il campo di missione sarebbe stato Gloucester; all’inizio cercò di lavorare tra i carcerati e, dopo un certo tempo, rivolse la sua attenzione ai ragazzi della città che vivevano in uno stato di totale abbandono sociale e morale. L’idea iniziale di Raikes sulla scuola domenicale, era ciò che altri definirono “scuola per straccioni”, riuscire a organizzare delle lezioni scolastiche nell’unico giorno libero dai lavori pesanti ai quali i ragazzi erano sottoposti: la domenica. Sorse così la Scuola Domenicale, dove i giovani potevano imparare a leggere e a scrivere, con l’ausilio dell’insegnamento impartito da maestri sostenuti dallo stesso Raikes. Egli pagava uno scellino a settimana, con un supplemento per il carbone in inverno. La prima scuola fondata da Raikes fu in Sooty Alley. Fu qui che egli iniziò i suoi studi sull’infanzia, che in seguito chiamò “un’opera botanica”, e sui bambini della città. La sua intenzione era “dissodare i cuori, piantare il seme della Parola di Dio e curare” quelle giovani vite. Egli considerava se stesso un vivaista che applicava i principi della botanica alla natura umana: dissodava i cuori, piantava il seme della Parola di Dio e curava quei ragazzi segnati dallo sfruttamento e dalla povertà. Le scuole da lui fondate erano i suoi “orti botanici”. In quegli anni (1780/83) furono aperte 7/8 scuole domenicali, con una media di 30 alunni ciascuna. Ammirando le luminose e belle classi di Scuola Domenicale di oggi, corredate da flanellografia, immagini, monitrici gentili, musica, canto, ci stupiamo nel pensare che all’inizio di tutto ciò vi fosse tanto squallore. Ma, grazie a questi uomini, ancora oggi la scuola domenicale è definita un’istituzione poiché in essa è svolta un’attività educativa: s’insegna e s’ istruisce al fine di preparare, di formare negli alunni un carattere cristiano secondo l’Evangelo. Ponendo alla base di ogni cosa lo studio della Parola di Dio e tramite la predicazione del messaggio di salvezza in Cristo Gesù, si arriva a risolvere anche quei problemi sociali che un giovane può incontrare nella vita giornaliera. Sin dal lontano 1780 a oggi la scuola domenicale riveste sempre più un ruolo di primaria importanza nell’ambito delle comunità locali e l’obiettivo che si pone è sempre fondamentale. L’annuncio della Parola di Dio e la salvezza delle anime rimangono ancora i capisaldi di quest’opera così benedetta da Dio nel corso degli anni.