“Caro amico, vieni a Gesù poiché Egli salva”

IMG-20200507-WA0002Mi chiamo Dario, ho 46 anni e desidero condividere la mia esperienza spirituale. Sono un credente di fede evangelica da circa cinque anni e posso testimoniare la gioia ottenuta da quando ho deciso di camminare con Gesù. Come tanti religiosi credevo nell’esistenza di Dio ma non lo ritenevo facente parte della mia vita. Sono nato e cresciuto in una famiglia che non mostrava molto interesse per noi figli. Non erano cattivi genitori ma mi concedevano molta libertà incontrollata e senza disciplina. Alla mercé di me stesso e delle circostanze del mondo, ben presto mi sono accoppiato a compagnie poco raccomandabili.

Se apriamo il nostro cuore…

grootMi chiamo Paola e ho quasi 25 anni. Sono nata e cresciuta in una famiglia cristiana, dove la fede in Cristo si ripete da alcune generazioni. Sono cresciuta in un contesto famigliare sano e benedetto da Dio. I miei nonni, zii e parenti tutti mi hanno sempre circondata di un particolare amore che ora riconosco proveniente dall’Alto. Come ogni famiglia anche noi abbiamo dovuto superare alcuni momenti di difficoltà. Il Signore mi ha guardata fin da bambina. All’età di un anno mi ammalai di morbillo con complicazioni che infettarono i miei bronchi.

Dio è vivente!

shutterstock_571239124Sono nato in una famiglia in cui mamma era di religione cattolica mentre papà si era da poco convertito alla fede Cristiana Evangelica. La mia nascita ha creato alcune serie problematiche sin dalla gravidanza di mamma. Mamma portava in grembo due gemelli e al terzo mese ha dovuto ricoverarsi per quattro mesi in ospedale per problemi di salute. Al settimo mese la situazione si aggravò creando complicazioni a tal punto che hanno dovuto operarla d’urgenza nel tentativo di salvare almeno la madre; ma non diedero molte speranze per i bambini.

“ECCO, IO STO ALLA PORTA E BUSSO…”

hand-knocking-on-doorHo 44 anni, sono nata a Lima e vivo a Milano da 23 anni. Sono cresciuta in una famiglia cattolica e conoscevo la fede cristiana superficialmente, di conseguenza ho vissuto senza applicare adeguatamente i comandamenti perchè non avevo timore di Dio. Ho quasi sempre seguito la mia coscienza per poter vivere nel modo che ritenevo migliore per me. All’età di 28 anni ho avuto mio figlio. Lo portavo ancora in grembo e ritenni opportuno donarlo al Signore perché ero consapevole che essere genitori responsabili non basta per crescere un figlio. Ero certa che Dio sarebbe stato il miglior “padre” per lui. Nel mio desiderio di cercare Dio frequentai i Testimoni di Geova perché erano molto disponibili ed amichevoli. Dopo pochi anni mi allontanai dalla loro congregazione. Ero delusa di Dio perché mi era presentato come un sovrano in cielo che mi guardava soffrire senza muovere un dito. Così smisi di cercare una Chiesa da frequentare e spiegai a mio figlio (convincendo me stessa) che l’importante era essere buoni con il prossimo, rispettare i comandamenti di Dio il più possibile e di parlare con Lui quando eravamo nel bisogno.

“Sì, vengo presto! Amen! Vieni, Signore Gesù!

CONVERSESono un ragazzo di 16 anni e sin da piccolo mia madre mi raccontava le varie storie riguardanti la Bibbia e di alcuni personaggi in Essa descritti, come di Davide, Mosè, Giuseppe etc. Ero affascinato dalle loro vite e così trascorsi la mia infanzia con questo legame con Dio ma, essendo troppo piccolo, non lo comprendevo pienamente. Ci fu anche un periodo nella mia infanzia durante il quale frequentammo i Testimoni di Geova però non ci portarono alcun miglioramento, anzi produssero più confusione e incertezza.Da quel momento in poi il mio rapporto con Dio si raffreddò. Non lo dimenticai, riconoscevo la Sua esistenza ma non lo coinvolgevo nella mia vita.

Dio é Fedele!

bf26b568d526ed8eb02b938fc5fcfab3-26-ways-to-show-your-love-for-god-770x350Desidero raccontare quello che Gesù ha fatto nella mia vita. Per molti potrebbe essere scontato che la scelta di uno figlio nato e cresciuto in una famiglia cristiana sia quella di seguire Cristo ma non è sempre così logica. Scegliere per Gesù è una decisione personale che passa necessariamente da una esperienza a tu per tu con Dio. Solo in quel momento si comprende quanto amore Dio Padre ha avuto per noi, donandoci Suo Figlio a morire per i nostri peccati. Come dicevo, la mia infanzia è stata incentrata dalla presenza di Dio costantemente sentita nella quotidianità di casa nostra. Non si è cristiani solo la domenica, ogni giorno Gesù era nominato e adorato, sin dalle prime luci del mattino. Mio padre fu chiamato al Suo servizio ancora quando io non ero nato, l’educazione cristiana mi è stata insegnata, a volte, per me, in maniera troppo assillante. Vivevo Gesù come persona presente, un amico sul quale potevo confidare e credevo nella sua esistenza perché ero testimone di grandi miracoli attraverso esperienze dei miei genitori o fratelli e sorelle nella chiesa. Ma nulla di tutto ciò ti salva finché non fai di Gesù il tuo personale Salvatore.

Io, rinata in Cristo

1200px-Monarch_Butterfly_Pink_Zinnia_1800px

Sono nata in una famiglia con tanti problemi, uno di questi l’alcol. Ero una neonata e per parecchi giorni ho avuto febbre; mia madre molto preoccupata ha smesso di ubriacarsi. Il pediatra non si spiegava il motivo di questa febbre. Senza l’aiuto di nessuno e nella sua disperazione cercò aiuto in Dio. Fu accolta in una chiesa cristiana, i fratelli conoscendo il suo bisogno presentarono Gesù come risposta, pregarono per me e senza prendere medicina il Signore mi guarì.

Il tempo passò ma non i problemi, mia madre lamentevolmente si allontanò da Gesù e dalla chiesa e la situazione a casa si aggravava ancor di più. Come risultato sono cresciuta con molte insicurezze, credevo di essere un peso per loro, una buona a nulla; avevo un vuoto profondo e insoddisfazione. Ho cercato un senso al mio esistere: nell’ amicizia, nel divertimento, nel lavoro, nella religione (volevo diventare suora), anche nell’amore; ma nulla. Il vuoto dentro di me si faceva sempre più profondo. Stanca della mia vita, ho detto a Dio: se esisti davvero aiutami perché non voglio più vivere. Poco tempo dopo mia madre ritornò a Gesù. Vedere Il Signore trasformare la sua vita mi incuriosiva.

Accettai l’invito a una riunione giovanile, la semplicità, la felicita, la gioia che emanavano mi stupiva, volevo conoscere quel Dio. Ogni dubbio in me svanì. Con molta pazienza il Signore iniziò l’opera di salvezza con il suo grande amore, trasformando il mio cuore e i pensieri.

Ho dato la mia vita a Gesù e Gli ho chiesto continuare a riempire il mio vuoto, dare senso alla mia esistenza. Da quel giorno non fui più la stessa, Dio guarì ogni mia ferita, realizzai il Suo amore e perdono. Egli mi promise di non lasciarmi e non abbandonarmi mai; fino a oggi è stato fedele.

Anita

Il coraggio di ricominciare

IMG-20160703-WA00011Come tante altre persone sono nata in una famiglia cattolica con tutte le loro tradizioni.Ricordo che da piccola, durante le vacanze, andavo in campagna dalla mia amata nonna materna che, nella sua semplicità, mi ha insegnato ad avere timore di Dio. Nonostante ciò non ho mai imparato a recitare le preghiere, non ho fatto né comunione né cresima. Però ritenevo un bene andare in chiesa a pregare e ad accendere lumini alle statue e ai morti sepolti nel cimitero. All’età di 19 anni e mezzo circa, ho avuto mio figlio che ha dovuto trascorrere parte dei suoi anni con i miei genitori.  Ero una ragazza madre, giovane e non ho avuto il coraggio di prendermi la responsabilità di accudire un bambino. Dopo aver lasciato la casa genitoriale ho provato esperienze diverse in mondi particolari: Ballerina, modella, persino la politica.  Mi ritenevo una bella ragazza e nella mia ingenuità credevo alle favole del successo e della notorietà, inganni di questo mondo. Mi trovai ben presto smarrita sulla via della vanità. Dopo alcuni anni vissuti a Milano, ho intrapreso gli studi di naturopatia e aperto un centro di medicina naturale ma una segretaria, appena assunta, con mezzi, a dir poco diabolici, mi ha portata in poco tempo a chiudere l’attività. All’età di circa 47 anni mi sono trovata a vivere in casa di mio figlio stanca e confusa.  Delusa e senza aspettative ho iniziato a leggere un libro dal titolo: “La battaglia del Signore”.  Ho compreso che, come sostiene la Bibbia, è in atto una guerra spirituale tra il bene e il male, tra Dio e Satana e nel mezzo c’è l’umanità che subisce le influenze diaboliche. Ma ho anche scoperto che Dio ha dato Suo Figlio Gesù a morire sulla croce per darmi la vittoria sul male e che questa guerra non era mia ma di Dio.

La mia vita appartiene a Cristo

IMG_9462

A motivo del suo stato d’animo turbato, venni a conoscenza che frequentava una chiesa cristiana evangelica e da lì si rese conto che quello che aveva fatto non era buono agli occhi di Dio e che la cosa più giusta da fare era di ricongiungersi e ritornare a Lui. La notizia della loro riconciliazione mi sconvolse. Mio padre cominciò a raccontarmi di questa fede che stava vivendo con mia madre, di come il Signore parlò ai loro cuori affinché potessero riconciliarsi per il loro bene e quello dei propri figli. Mi parlava di questo Gesù come da persona innamorata, mi raccontava come Lui poteva consolare il mio cuore durante i momenti di sconforto e difficoltà. 

A scuola dal Maestro

banchiscuolaNasco in una famiglia cattolica. Ho sempre frequentato la chiesa e l’oratorio fin da piccola. Mi sono sempre stati dati insegnamenti sulla Parola di Dio ma non avevo mai fatto un’esperienza con il Signore. Non l’avevo mai conosciuto davvero. Per me era morto sulla croce, resuscitato ma nulla di più. Non sapevo cosa fosse un’esperienza personale, conoscere davvero il Signore. Posso dire che l’origine della mia conversione parte nel settembre 2008, dopo 4 anni trascorsi insieme il mio fidanzato interrompe la relazione. È l’anno della maturità. Sono molto giù di morale e senza voglia di studiare per la tristezza che mi attraversa. Mi accorgo di Giacomo, mio compagno di classe da 5 anni ma mai conosciuto davvero. Non avevo mai parlato con lui se non per uno scambio di compiti o informazioni strettamente legate allo studio. Facevo casa-scuola-casa senza interessarmi di quelle che potevano essere amicizie scolastiche. Giacomo conosce la mia situazione, si preoccupa per me perchè mi vede assente, senza voglia di studiare e mi coinvolge in un gruppo di studio per aiutarmi a superare gli esami.