Mi chiamo Dario, ho 46 anni e desidero condividere la mia esperienza spirituale. Sono un credente di fede evangelica da circa cinque anni e posso testimoniare la gioia ottenuta da quando ho deciso di camminare con Gesù. Come tanti religiosi credevo nell’esistenza di Dio ma non lo ritenevo facente parte della mia vita. Sono nato e cresciuto in una famiglia che non mostrava molto interesse per noi figli. Non erano cattivi genitori ma mi concedevano molta libertà incontrollata e senza disciplina. Alla mercé di me stesso e delle circostanze del mondo, ben presto mi sono accoppiato a compagnie poco raccomandabili. Nel corso della mia adolescenza ho commesso errori e abusi di cui ora mi vergogno. Ero un teppistello attacca brighe; bastava un non nulla per scatenare un litigio con chiunque. Privo di basi etiche e morali, il mio futuro non si prospettava molto roseo. A 15 anni ho iniziato a fare uso di droghe leggere e, nel tempo, ho abusato con la cocaina. Non solo la consumavo, la spacciavo e questa condizione mi faceva sentire forte, sicuro … incrollabile. Ma, come quasi sempre succede, sono finito dietro le sbarre con una tra le condanne che segna la storia della vita: Articolo 73, quarto comma, detenzione e spaccio di droga.Avevo 30 anni e mi condannarono a un anno e quattro mesi. Quel periodo di solitudine e amarezza fu per me motivo di profonda riflessione e compresi che dovevo cambiare stile di vita, ma non sapevo come fare. Una notte, nella mia cella, mi misi in ginocchio e chiesi a Dio di liberarmi da quella schiavitù. Fu solo una richiesta che prevedeva una risposta futura. Uscito dal carcere, dopo un anno, conobbi una ragazza, sincera credente di fede evangelica con la quale ho messo su famiglia. La sua determinazione spirituale influenzò notevolmente il mio carattere. Misi la testa a posto, almeno, così credevo! Avevo trovato un buon lavoro, un buon stipendio, una famiglia, una casa. Tutto sembrava andare per il meglio ma non avevo cambiato il mio carattere. Ero diffidente, lamentoso, nervoso, suscettibile e vivevo una vita vuota e insoddisfatta. Entrai nel tunnel della depressione e, di tanto in tanto, mi rifugiavo nella droga. Non avevo altra speranza, alternativa, ero disperato. Ma, non sapevo che da lì a poco, Dio miavrebbe dato la risposta alla mia preghiera fatta in cella. Mentre ristrutturavo la cucina di casa mia, ero solo e sentii una forte presenza che mi sembrava sollevasse da terra ed una voce che insistentemente mi chiamava a Sé emi diceva: “Vieni a me, vieni a me!” Realizzai subito che Dio mi stava invitando a conoscerLo (mia moglie spesso mi diceva che Cristiani non si nasce ma si diventa accettando Gesù come personale Salvatore). Toccato nella profondità della mia anima, iniziai a piangere lacrime di stupore e gioia. Sapevo che Dio mi aveva ascoltato. Condivisi la mia gioia con mia moglie e quella sera, per la prima volta, l’accompagnai al culto. Fu una cerimonia memorabile, cantavo gli inni con gioia, ero coinvolto anima e corpo nell’ascolto della parola di Dio. Anche i credenti di quella chiesa rimasero stupiti della mia presenza poiché ero sempre stato distaccato dal loro modo di esprimere la loro religiosità. Era il mese di luglio del 2015. Dopo circa due anni, per circostanze diverse, lasciammo con dispiacere quella chiesa e ci trasferimmo nella chiesa di Cornaredo che attualmente frequentiamo. Mi trovai subito in una grande e bella famiglia spirituale e il Pastore mi incoraggiò a fare nuove esperienze. Nel maggio del 2018 scesi nelle acque battesimali. In questi tempi molte cose sono successe. Avevo trovato il mio equilibrio spirituale e una bella armonia famigliare con mia moglie e i miei tre figli ma il Signore decise di far crescere la mia fede. La crisi economica colpì anche la mia famiglia e persi il lavoro. Abbiamo passato periodi veramente difficili ma Dio ha sempre provveduto per noi. Facevo lavoretti saltuari e ad ogni colloquio la risposta era sempre quella: “Le faremo sapere”. Avevamo riposto la nostra fiducia in Dio e all’improvviso, quasi inaspettatamente, proprio a ridosso della pandemia del Covid-19 sono stato assunto in una solida azienda nella quale faccio il tornitore. Essere cristiani non è garanzia di una vita senza pensieri o essere esenti dagli eventi della vita ma significa avere al fianco un amico fedele che si prende cura e che al momento opportuno ha unarisposta per ogni necessità. Caro amico, se stai cercando di riempire quel vuoto che angoscia la tua anima, vieni a Gesù, Colui che ha dato la Sua giovane vita per darti vita. Dio Ha tanto amato il mondo che ha dato Suo Figlio Gesù a morire sulla croce per la mia e la tua salvezza (Giovanni 3:16).
Dario