Ho fame, perciò non mangio

Avete mai sentito qualcuno che dice: “Ho fame, tanta di quella fame, che non voglio mangiare nulla”? Io no! Oppure dire: “Ho sete, tanta di quella sete, che non voglio bere nemmeno un goccio d’acqua”? Io no! O anche dire: “Sono stanco, talmente stanco che non mi voglio riposare”? Io no! Oppure ancora: “Ho sonno, ma tanto di quel sonno che non mi voglio mettere a letto”? Io no! Eppure capita ogni tanto di sentire qualche anima che dice: “Non vengo al culto perché mi sento abbattuto, annoiato, deluso, scoraggiato”. Non dovrebbero, queste condizioni, essere di maggior stimolo per cercare il volto del Signore e per udire una parola dalla Sua bocca?

I segnali di Dio

senza titolo5Ogni sera, un vecchio arabo analfabeta pregava con un fervore tale che il ricco proprietario di una grande carovana decise di convocarlo. Gli chiese: “Perché preghi con tanta fede? Come puoi sapere che Dio esiste, visto che non sei nemmeno capace di leggere?” “Ma io so leggere, signore. Leggo tutto ciò che il Gran Padre Celeste scrive.” “E … come fai?” L’umile e anziano servitore spiegò: “Quando ricevete una lettera da una persona lontana, in che modo riconoscete chi l’ha scritta?” “Attraverso la calligrafia.” “Quando ricevere un gioiello, come riuscite a sapere chi l’ha realizzato?” “Dal marchio dell’orefice.”

Teofilo e l’allevatore

senza titolo6Teofilo disse a Crisostomo, un povero allevatore da poco convertito: “Crisostomo, se tu avessi cento maiali, ne daresti cinquanta per l’opera del Signore?” “Si, certo!” “Faresti lo stesso se avessi cento mucche?” “Sì Teofilo, lo farei!” “E se tu avessi cento cavalli?” “Certamente!” “Ma se tu avessi due pecore, ne daresti una al Signore?”