Essere al servizio di Dio

vassellaio“quanto a me e alla casa mia, serviremo il Signore” (Giosuè 24:15)

Quando Giosuè (successore di Mosè) disse queste parole, era arrivato alla fine del suo servizio a Dio. Oggi noi diremmo che era arrivato alla pensione ma lui rimase un fedele servitore fino alla fine, infatti non si limitò a congedarsi dal popolo d’Israele, ma lo radunò attorno a sé e ricordò loro quello che l’Eterno aveva fatto durante i quarant’anni nel deserto: di come li salvò dagli Egiziani, come li dissetò e come li sfamò, ma soprattutto ricordò loro di come i loro padri rinnegarono Dio e si inginocchiarono davanti agli idoli, e quanto, loro stessi, avessero peccato contro Dio. Quando Giosuè prese la decisione di servire l’Eterno, il popolo d’Israele lo seguì, ponendolo di fronte alle responsabilità:

“E Giosuè disse al popolo: Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelto il SIGNORE per servirlo!” Giosuè 24:22. La Bibbia è piena di esempi di fedeli servitori di Dio: figure come Noè, Abramo, Mosè, Samuele, Daniele, Pietro, Giovanni ci danno testimonianza di fedeltà nel servizio a dispetto della logica umana, delle convenienze, del pericolo, ed anche a dispetto della caducità umana. Il segreto è l’ubbidienza: siamo come argilla nelle mani di Dio e potremo diventare un vaso onorevole per il Suo servizio, solo se siamo disposti a stare sulla Sua ruota e farci modellare da Lui. Il Signore sovviene alle nostre mancanze ed alle nostre incapacità. Ognuno dei servitori antichi sopra menzionati, e sicuramente ogni servitore, in ogni tempo, ha avuto, talvolta, comportamenti imperfetti. Tuttavia abbiamo l’esempio perfetto, Gesù uomo: dalla Sua nascita alla Sua morte fino alla Sua resurrezione ha tenuto una condotta perfetta; questa è la visione che dobbiamo avere, per uniformarci a Lui, attraverso l’invito personale che rivolge ad ognuno di noi ad amarlo ed ad osservare i Suoi comandamenti.

Dalle “Amiche di Naomi”

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