Famiglia – 05) Le pressioni che minacciano la famiglia

La pressione del conformismo
Nel mondo contemporaneo, l’armonia della famiglia cristiana è sottoposta a gravose pressioni esterne di carattere sociale e professionale, che possono esercitare influenze devastanti. Il bisogno di sentirsi accettati e la paura di essere rigettati sono, per i credenti, sentimenti  forieri di non lievi tentazioni, che inducono ad adottare comportamenti non conformi agli insegnamenti biblici. E’ pertanto fondamentale che all’interno della famiglia cristiana si insegnino i valori biblici e vengano applicati alla vita quotidiana attraverso l’esempio che i genitori mostrano ai propri figli. È necessario quindi che ogni membro mantenga una personale e profonda relazione con Dio, promuovendo e preservando la santità biblica. A dispetto degli esempi di degrado sociale e familiare riportati dai mass-media, è buono che i credenti preghino e si attengano alla Parola di Dio, affinché la famiglia, fondata sui valori della Scrittura, possa sempre godere della benedizione del Signore. La famiglia si espone alle pressioni esterne, quando i propri membri scelgono di conformarsi alle aspettative della società. A ciò potrà resistere solo una persona moralmente sana e spiritualmente viva.

 I genitori cristiani devono insegnare ai propri figli come distinguere ciò che è bene e ciò he è male. Tale insegnamento inizia alla nascita e continua durante tutte le fasi della crescita del bambino, attraversando infanzia, adolescenza e giovinezza, fino ad arrivare alla piena maturità dell’uomo e, perdura nell’anzianità. Il bisogno di sicurezza è naturale nell’uomo; come credenti, ricerchiamo questa sicurezza in Cristo Gesù, cercando di imitare il Suo modello perfetto e ricercando la Sua approvazione. Similmente, i ragazzi, certi dell’amore e protetti dall’esempio dei propri genitori, crescono in un ambiente ideale, capaci di fare buone scelte, fino a diventare credenti maturi, di buona testimonianza e di riferimento per le generazioni future. Il segreto sta nell’essere trasformati nel modo di pensare, piuttosto che uniformarsi al modello proposto dalla società. Troviamo un efficace consiglio su come prevenire la mondanità nel chiaro assunto di Filippesi 4:8: “…tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.” Lettura e meditazione quotidiana della Bibbia e preghiera costante, specialmente nel corso del culto di famiglia, sono essenziali per rafforzare la vita di ogni credente e di conseguenza cementare i legami familiari. Talvolta, essere saldi nei giusti e veritieri valori biblici, significa anche rifiutare di conformarsi a mode e rituali tipici del nostro tempo. E’ dunque importante che i giovani si allontanino da persone che facciano riferimento a valori diversi e rifiutino la compagnia di quanti attuano comportamenti difformi o addirittura contrari alla Scrittura (II° Timoteo 3:16-17). Il cristiano non ha nulla da condividere, non ha sintonia di pensiero, né può essere d’accordo con chi non segue Cristo. Il credente è diverso perché conforme a Cristo. La separazione è necessaria non solo sulla base del comportamento, bensì anche su quella concernente il modo di pensare. Ciò quindi implica una necessaria selezione degli amici e dei soci d’affari. E’ facile immaginare quanto sia facile l’insorgere di incomprensioni e controversie nel caso di un coinvolgimento sentimentale con chi non condivide l’esperienza cristiana. Non esiste contesto nel quale l’armonia spirituale sia più importante quanto quello matrimoniale e familiare. Saggi sono quei giovani le cui frequentazioni sono attuate all’interno di gruppi che condividono la medesima fede in Cristo e desiderano seguire la guida dello Spirito Santo nella vita sentimentale (II° Timoteo 2:22). La separazione tuttavia, non deve essere accompagnata da un atteggiamento saccente e di arrogante rifiuto di quanti non conoscono Cristo; deve piuttosto mostrare positivo impegno e coerente testimonianza. Paolo, scrivendo a Timoteo, evidenzia quanto i valori adottati comunemente dalla società, rispetto al modello biblico, sono in aperto contrasto con la volontà di Dio (II°Timoteo 3:1-5). L’insegnamento biblico inizia in casa: esempio e istruzione sono le sue basi fondanti. Se tale insegnamento viene a mancare, i giovani abbassano il loro livello morale e sono esposti alle tentazioni mondane. Si fa dunque strada l’orgoglio accompagnato dalla pretesa di essere migliori di altri e ben presto si cade nell’irriverenza verso Dio. Non frenare tale tendenza può trasformarsi in sfida aperta ad ogni autorità, familiare prima e civile poi, arrivando anche ad eccessi che possono provocare danni irreparabili. Tuttavia, anche in caso di comportamenti non conformi agli insegnamenti scritturali (Luca 15: 18), abbiamo sempre possibilità di perdono se ritorniamo al Padre con cuore sinceramente compunto (Luca 15:20). Iddio ci aiuti a vegliare sui nostri figli e sui nostri giovani affinché camminino sempre sicuri nelle vie del Signore, al riparo da ogni malia del mondo.

L’evasione dalla realtà
Non possiamo illuderci di poter vivere una vita senza problemi e difficoltà (Giovanni 16:33) e nemmeno possiamo pensare che il modo migliore di risolverli sia evitarli. Buono è invece fare affidamento nel Signore ed essere sostenuti da Lui (Salmo 55:22). Siamo quotidianamente esposti a pressioni derivanti da fonti esterne ed interne di ogni genere.  Quanti sono pervasi da forti motivazioni, perseguono i loro obiettivi, con la necessaria determinazione per affrontare ogni sfida, ma coloro che non hanno mete precise e chiari percorsi per raggiungerle, facilmente e fatalmente rimangono spesso vittime degli eventi. Un modo subdolo per sottrarsi alle responsabilità è l’apatia. Si cade in una spirale di alienazione da se stessi, di fuga dalla realtà che, in casi tutt’altro che estremi, porta all’alienazione. Ciò porta gli uomini e soprattutto i giovani ad allontanarsi dai veri valori familiari e cristiani. Tali persone credono di non poter essere aiutate in quanto sono convinte che nulla possa cambiare il corso della loro esistenza. Fuggire dai propri doveri porta solo un temporaneo ed effimero conforto ed è diseducativo permettere ad un adolescente di allontanarsi dalle responsabilità familiari e scolastiche, in quanto non svilupperà le capacità necessarie ad affrontare con efficacia ogni situazione che la vita gli porrà dinnanzi. L’ammaestramento biblico consiste nel ricercare ed ottenere la forza spirituale nel consiglio della Parola di Dio e nella preghiera (Efesini 6:13). I genitori giocano un ruolo decisivo, esercitando il delicato equilibrio tra il corretto preoccuparsi della maturità dei propri figli ed il permettere loro di raggiungerla, senza ostacolarli, mettendo in conto qualche rischio calcolato di caduta. Il successo di questo comportamento porta il giovane a staccarsi gradualmente dalla famiglia d’origine, costruirsi una propria individualità senza diventare ribelle, creando una matura interdipendenza nei rapporti familiari che siano una solida base per l’inizio di una relazione matrimoniale e per l’edificazione di un nuovo nucleo familiare.  Un altro pericoloso comportamento è quello di evadere dalla realtà cedendo alla tentazione di alcool e/o sostanze stupefacenti. Nel libro dei Proverbi, Salomone propone uno spietato ritratto dell’uomo dedito all’alcool, descrivendolo come uno sbraitante fagotto di domande, privo di risposte, ma ricco di brontolii sterili contro la propria condizione. Questo tipo di dipendenza è deleterio, perché chi ne è vittima, solitamente non lo riconosce, e, con i sensi offuscati, barcolla attraverso la vita senza viverla appieno. Questo comportamento non è per il cristiano. L’unico e miglior modo di vincere le pressioni è essere ripieni di Spirito Santo (Proverbi 3:4-7; Efesini 5:15-21) come suggerisce la Scrittura, attraverso il canto, la lode ed il ringraziamento al Signore.

L’aiuto divino
La famiglia cristiana, anche se nella prova, rimane salda ed unita perché fondata sulla grazia di Dio. In Giosuè 1:5 ed in Ebrei 13:5 è ricordata una speciale promessa, garanzia di stabilità: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” Il matrimonio è un progetto ed un dono di Dio. Così come Dio ha promesso fedeltà al credente, questa fedeltà deve essere mantenuta nel matrimonio. La Scrittura è molto chiara circa i comportamenti sessuali illeciti per il cristiano (Levitico 18:6-18;22; 20:10; Deuteronomio 22:30; Matteo 5:27; I° Corinzi 5:1; 6:9; 16-20; Romani 1:18-28) e non dà adito ad interpretazioni terze. E’ necessario esercitare una disciplina personale che porti a perseguire ciò che è buono, puro e santo (Filippesi 4:8) e a non desiderare quanto dichiarato da Dio sbagliato o, quantomeno, non necessario alla vita del cristiano. La fedeltà divina aiuta a conformare i comportamenti fisici del figlio di Dio alla sua maturità spirituale (Romani 8:12-17).

Considerazioni finali
La vera famiglia cristiana ha uno stile di vita conforme all’insegnamento biblico, concretizzando tale modello nel quotidiano. Ogni membro, ognuno per il proprio ruolo, sa affrontare i problemi spiritualmente, collaborando alla sopportazione ed al superamento delle pressioni, che tentano di minare l’unione familiare.

Dalle “Amiche di Naomi”

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