Gesù, il Buon Pastore

pecoreepastore“Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me” (Giovanni 10.14)

Ai tempi di Gesù, era usanza dei pastori assistere le proprie pecore all’atto del parto degli agnelli. Appena fuori dalla placenta egli prendeva l’agnello e se lo poneva all’interno del suo giaccone, proprio sul cuore. Accarezzandolo gli parlava e gli assegnava un nome secondo una caratteristica propria dell’animale. L’agnello imparava, così, a riconoscere l’odore e, soprattutto, la voce del pastore. Gesù è il buon pastore che all’atto della nostra “nuova nascita” ci ricovera sul Suo seno e e con parole dolci ci rassicura parlando al nostro cuore. Essa diventa una voce inconfondibile che determinerà la nostra sicurezza e guida futura.

Al Suo richiamo sapremo distinguere la voce tra molte altre e ci sarà facile seguirlo lungo le acque chete e prati erbosi. Il mercenario tenterà di imitare la Sua voce per rapirci ma non ci riuscirà perché non la riconosceremo. Gesù vuole darti un nome nuovo e, come segno che Gli appartieni, ti metterà un suggello, un marchio indelebile a testimonianza che Egli ha pagato un prezzo molto alto per acquistarti. E tu, sai distinguere la voce del Buon Pastore in un mondo di mercenari?

 Pastore Raffaele Lucano

 

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