I Re – 02) Geroboamo, primo Re d’Israele

Lettura da 1 Re 12:19-20

albero_pioggiaSe il re Roboamo si è evidenziato per la sua stoltezza, il re Geroboamo viene ricordato per il suo carattere idolatra. Non è di stirpe reale né appartenente ad una casta nobile. E’ figlio di un ufficiale dell’esercito di Salomone, Nebat e di Tserua, rimasta vedova nel corso della gestazione. Era un uomo industrioso e molto attivo, forte e valoroso e Salomone gli affidò la sorveglianza dei costruttori di alcuni palazzi in Millo. La parola lo definisce semplicemente un servo.

I Re 11:26 Anche Geroboamo, servo di Salomone, si ribellò contro il re. Egli era figlio di Nebat, Efrateo di Tsereda, e avea per madre una vedova che si chiamava Tserua.

Come spesso succede quando l’anarchia e la mancanza di disciplina regnano vi è sempre qualcuno che ne approfitta. Appoggiato dai disordinati e dai ribelli, crea l’occasione per seminare zizzania e distruggere. Non dimentichiamoci, comunque, che Dio ha il controllo di ogni situazione e, talvolta tollera e permette le difficoltà o, addirittura ne è promotore al fine di realizzare i Suoi piani divini. Qui ne abbiamo un esempio. Negli ultimi anni di regno, Salomone si lasciò possedere dalla passione. Attratto da molte donne straniere cadde inevitabilmente nell’idolatria e nella trasgressione del comando di Dio

 

I Re 11:1-2  “Or il re Salomone, oltre la figliuola di Faraone, amò molte donne straniere: delle Moabite, delle Ammonite, delle Idumee, delle Sidonie, delle Hittee, donne appartenenti ai popoli dei quali l’Eterno avea detto al figliuoli d’Israele: “Non andate da loro e non vengano essi da voi; poiché essi certo pervertirebbero il vostro cuore per farvi seguire i loro dèi. A tali donne s’unì Salomone ne’ suoi amori”.

Questo dispiacque molto al Signore e, indignato nel vedere la costruzione di un “alto luogo” in cui si adorava dèi pagani, gli strappò di dosso il regno

I Re 11:11 “E l’Eterno disse a Salomone: “Giacché tu hai agito a questo modo, e non hai osservato il mio patto e le leggi che t’avevo date, io ti strapperò di dosso il reame, e lo darò al tuo servo”.

Girovagando qua e là nei pressi di Gerusalemme, Geroboamo incontrò il profeta Ahija che vestiva un mantello nuovo che il profeta strappò in 12 pezzi, dandone 10 al giovane Geroboamo. Questo fu il segno profetico del destino di Israele.

I Re 11:29-31 “In quel tempo avvenne che Geroboamo, essendo uscito da Gerusalemme, s’imbatté per istrada nel profeta Ahija di Scilo, che portava un mantello nuovo; ed erano loro due soli nella campagna. Ahija prese il mantello nuovo che aveva addosso, lo stracciò in dodici pezzi, e disse a Geroboamo: “Prendine per te dieci pezzi, perché l’Eterno, l’Iddio d’Israele, dice così: – Ecco, io strappo questo regno dalle mani di Salomone, e te ne darò dieci tribù”.

Rifugiatosi in Egitto per timore delle minacce del re, Geroboamo venne a sapere che Salomone era morto e che il regno fu trasferito al figlio Roboamo. Partecipò al comitato che reclamava al nuovo re uno sgravio di imposte, colse l’occasione per salire al comando delle 10 tribù ribelli. Solo Beniamino rimase fedele al nuovo re ma, come abbiamo visto, il latte era già stato versato in modo irreversibile: Nascono i due regni di Giuda e di Israele. Geroboamo, però, non aveva il cuore secondo Dio e ben presto si dimenticò della promessa di Dio che lo avrebbe stabilito perennemente sul nuovo regno a condizione che si mantenesse umile e ubbidiente.

I Re 11:37-38 “Io prenderò dunque te, e tu regnerai su tutto quello che l’anima tua desidererà, e sarai re sopra Israele. E se tu ubbidisci a tutto quello che ti comanderò, e cammini nelle mie vie, e fai ciò ch’è giusto agli occhi miei, osservando le mie leggi e i miei comandamenti, come fece Davide mio servo, io sarò con te, ti edificherò una casa stabile, come ne edificai una a Davide, e ti darò Israele”.

Il suo orgoglio e narcisismo lo condussero alla rovina!

Il popolo comunque, in date fissate, si recava a Gerusalemme per adorare l’Eterno e Geroboamo temendo che il suo cuore si rivolgesse nuovamente alla casa di Davide, eresse due nuovi santuari, uno a nord e l’altro a sud (per comodità del popolo) e un vitello d’oro in ciascun santuario. Incitò il popolo ad adorare questi vitelli inducendolo all’idolatria. Queste e tante altre scelte scellerate furono causa della rovina del re d’Israele. L’odio tra i due re cresceva sempre più e Abija, figlio e successore del re Roboamo, scese in guerra contro Geroboamo massacrando il popolo. Geroboamo e il popolo pagheranno duramente le scelte idolatre: Il primogenito del re morirà tra le braccia della madre in giovane età e Israele sarà destinato all’invasione e deportazione Assira

II Re 17:5-7 Poi il re d’Assiria invase tutto il paese, salì contro Samaria, e l’assediò per tre anni. L’anno nono di Hosea, il re d’Assiria prese Samaria, e trasportò gl’Israeliti in Assiria e li collocò in Halah, e sullo Habor, fiume di Gozan, e nelle città dei Medi. Questo avvenne perché i figliuoli d’Israele avean peccato contro l’Eterno il loro Dio”.

Geroboamo regnerà per 22 anni e Nadab, suo figlio secondogenito, regnerà al suo posto.

Da questa triste storia riceviamo due esortazioni importanti:

L’amore non invalida la giustizia anzi, come spesso si dice, esso cammina a “braccetto” con la giustizia. L’Eterno amava teneramente Salomone; lo scelse tra i figli di Davide apprezzandone l’umiltà e la devozione per il popolo ma il suo cuore si corruppe e a motivo delle tante donne che amava fu trascinato nell’idolatria. Nonostante il sentimento, Dio non poteva contraddire la Sua legge e tantomeno continuare a tollerare il peccato.

Spesse volte il cuore contrasta con la mente, per questo motivo abbiamo bisogno di applicare la saggezza dello Spirito Santo e, se necessario, saper scegliere il minore dei mali. Chi disciplina con amore è, spesse  volte, più amareggiato di chi è disciplinato. E’ il caso di Adamo e Eva, Dio dovette fare a meno della loro compagnia. Caino fu condannato a vagare per la terra con un marchio indelebile che lo avrebbe emarginato da tutti. Mosè non ebbe il permesso di entrare nella terra promessa. Davide rimase prediletto ma perse il figlio. Insomma, l’effetto del peccato è universale e le conseguenze inevitabili, chiunque esso sia a commetterlo. Ma, allora come possiamo conciliare questa realtà con la grazia di Dio concessaci in Gesù? Non è cambiato nulla rispetto all’Antico Patto?

La differenza è sostanziale nel rimedio!

  • Un tempo chi commetteva peccato ne pagava le conseguenze e rimaneva schiavo del peccato. Aveva bisogno della “cancellazione” formale tramite lo spargimento del sangue di un sacrificio animale; cerimonia che si ripeteva ogni anno. Gesù, sulla croce ha pagato per noi. Pur rimanendo l’imputazione del peccato nei nostri confronti, la pena, il castigo è ricaduto su Lui e siamo perdonati (la Legge è stata soddisfatta).
  • Con la resurrezione, Gesù ci ha resi liberi dalla schiavitù del peccato. Oggi il credente nato di nuovo è reso capace di resistere e vincere OGNI tipo di tentazione perché possiede una nuova natura. Con l’aiuto dello Spirito Santo il credente è in grado di non peccare più e, se mai ciò dovesse accadere, abbiamo la possibilità di pentirci, di confessare il nostro peccato ed essere nuovamente giustificati

I Giovanni 3:9 “Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché il seme d’Esso dimora in lui; e non può peccare perché è nato da Dio”.

I Giovanni 1:7-9 “ … se camminiamo nella luce, com’Egli è nella luce, abbiam comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo d’esser senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità”.

Quale accordo fra il tempio di Dio e gl’idoli? (II Corinzi 6:16).

Geroboamo perse il favore di Dio a motivo delle abominazioni idolatriche e questo gli costò il regno. Dio è geloso e non vuole essere sostituito da nessun’altro dio, tanto meno da idoli fatti da mani d’uomo. Egli vieta anche la raffigurazione tramite immagini, statue, icone e cose simili poiché

Giovanni 4:24 “ Iddio è spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in ispirito e verità”.

Verità fedelmente osservata nelle nostre Chiese Evangeliche ma idoli non sono solo quelli raffigurati, appesi sui muri delle case o immobili in alcune chiese.

Essi si possono celare nei meandri del nostro cuore dirigendo i nostri desideri verso una via che ci sembra quella giusta ma in realtà è solo la via della religione. Dio vuole essere messo al primo posto e tutto ciò che prende questo primato è in abominio a Dio. Vi sono idoli materiali, affettivi, morali e spirituali dai quali dobbiamo guardarci. Lo sport, il gioco (del pallone, in Italia), il lavoro (carriera), prosperità e benessere. Conformarsi allo spirito del presente secolo seguendo le mode, personaggi, ideologie. Condividere concetti e logiche che contrastano con le verità bibliche (divorzio, aborto, omosessualità, teoria del gender, politica e teorie che negano l’esistenza di Dio, ecc.). Persino la moglie, il marito, i genitori e i figli non possono salire sul trono di Dio

Matteo 10:37 “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figliuolo o figliuola più di me, non è degno di me”.

Ciò non vuol dire che dobbiamo rigettare ogni affetto o vivere una vita monotona e senza obiettivi, anzi! Mettendo Dio al primo posto non ci farà mancare nulla di ciò che veramente abbiamo bisogno e realizzeremo un’equilibrata dimensione della realtà della vita che ci permetterà di risplendere come “luminari” nella notte e dare “sapore” al mondo che ci circonda

Matteo 5:14-16 “Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è ne’ cieli”.

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