Sin da bambina mia mamma mi portava in una chiesa evangelica. Frequentavo le riunioni di culto, la scuola domenicale e proprio lì imparai a conoscere chi, realmente, fosse Dio. Attraverso parole di semplici testimonianze, scoprii quanto amore avesse il Signore per me e così decisi di seguirLo. La mia vita sembrava essere felice, non mi mancava nulla e per qualunque necessità, bastava mettermi in ginocchio, pregare e tutto era risolto. Fino a quando, un giorno, presi parte, con la mia classe, ad una gita scolastica che ben presto si trasformò in tragedia. Vittima di un collasso provocato da una violenta crisi di asma bronchiale, fui ricoverata d’urgenza in ospedale. Da quel giorno la mia vita cambiò radicalmente.
Vivevo grazie a un tubo che emanava ossigeno, a innumerevoli farmaci salvavita e ai continui esperimenti fatti dai medici che mi avevano in cura. Non riuscivo più a respirare in autonomia, non potevo salire le scale, ridere, saltellare perché tutto mi faceva stare malissimo. Dovetti rinunciare anche allo studio. Ogni crisi asmatica era una lotta per la vita.
I medici dissero ai miei genitori che ero un caso raro, che non sarei mai guarita e di sperare solo in un miracolo… Quando ho sentito queste parole in me si è scatenato un conflitto, fui assalita dal dubbio. Come aveva potuto quel Dio che faceva miracoli, nel quale io credevo, essersi dimenticato di me? Ero convinta che servire il Signore significasse essere immuni da ogni problema e non comprendevo il significato di tanto dolore. Ero delusa, sfinita, mi aggrappavo a qualunque cosa pur di alleviare la mia sofferenza ma i risultati erano scadenti. La mia salute era molto precaria e mi mancavano le forze per andare avanti. Ero infinitamente scoraggiata perché più gridavo al Signore, più stavo male. Chiesi al Pastore e alla chiesa di pregare per me, volevo ritrovare la pace che ormai da tempo avevo perduto. Nonostante ciò, iniziai a maturare il desiderio di battezzarmi in acqua. Una volta presa la decisione, un forte combattimento spirituale iniziò in me che mi portava a desistere dalla convinzione di rimettere la mia vita nelle mani del Signore e di affidarmi solo a Lui per ricevere la tanto bramata guarigione. Una lotta che durò fino all’attimo prima che scendessi nelle acque battesimali, insinuando nella mia mente il pensiero della sconfitta: “Non scendere nelle acque perché tanto non succederà nulla, avrai la solita crisi e starai male”. Tuttavia ancora una volta ebbi la conferma che il Signore si prende cura dei Suoi tempestivamente ed efficacemente. Immediatamente mi tornò alla mente un passo della Parola di Dio: “O Signore, ascolta la mia voce quando t’invoco; abbi pietà di me, e rispondimi” (Salmo 27:7). In un istante sentii di essere stata sgravata di un grande peso dalle mie spalle. Il Signore spezzò le catene della malattia che mi tenevano oppressa. Non appena arrivai a casa esercitai in modo pratico la mia fede gettando via tutti i farmaci e restituendo la bombola dell’ossigeno, certa di non averne più bisogno. Ero guarita!
Gesù non ha solo sconfitto la mia malattia, ha vinto la schiavitù del peccato e della paura dalla morte, liberandomi e donandomi la salvezza e la vita eterna.
Stefania C.