UN FIORE SBOCCIATO DA UN ARIDO CAMPO – Testimonianza di Maria Teresa Ferreri

1Nel giorno del mio battesimo in acqua, desidero condividere la mia esperienza di una nuova vita in Cristo Gesù. Prima di tutto, ringrazio il mio Signore Gesù per aver sensibilizzato il mio cuore e avermi resa libera nell’anima.

Sono figlia di un pastore evangelico, Domenico Ferreri, ora nella Casa del Padre, molto conosciuto per aver servito il Signore per oltre 50 anni nell’ambito delle Assemblee di Dio in Italia. Sono cresciuta con insegnamenti morali ed etici fondati sulla Parola di Dio ma non ho mai compreso l’amore di Dio nei miei confronti, nonostante abbia sperimentato la guarigione divina. A otto anni mi sono ammalata di tifo. In quei tempi non esisteva ancora una cura efficace e i medici non avevano dato ai miei genitori alcuna speranza di guarigione e li avevano invitati a prepararsi al peggio. Mio padre non si diede per vinto e, mentre mia madre si lasciava possedere dalla disperazione, egli pregava giorno e notte per me. Una notte ebbe una visione nella quale il Signore confermava la mia guarigione. Il giorno dopo, in ospedale, condivise con me questa visione che si realizzò immediatamente. Dopo soli due giorni i medici, increduli e meravigliati, mi dimisero completamente guarita. Fu questa un’occasione per mio padre di testimoniare ai medici della misericordia e dell’onnipotenza di Dio. Io ero ancora una bambina e non compresi subito quanto era successo ma ricordo che nella stessa notte che mio padre ricevette la visione, anch’io, nel mio letto di ospedale, vidi una luce quasi abbagliante. Solo dopo qualche tempo associai la mia esperienza con quella di mio padre.

Dimessa dall’ospedale, ripresi la mia solita vita da non credente. Frequentavo la chiesa solo per volontà di mio papà ma non ero attratta dalla fede. Come tanti giovani, crebbi sotto l’influenza dello spirito di questo mondo. Conobbi un uomo con il quale mi sono sposata ma all’età di 33 anni si ammalò di tumore ai polmoni. Mi lasciò con la responsabilità di crescere i nostri quattro figli. Ero giovane e piena di timori e desideravo dare un padre ai miei figli. Mi risposai con un uomo che mi procurò dolori e dispiaceri sino a ritrovarmi, ingiustamente, condannata a un periodo di detenzione. Accuse malvagie che non mi competevano ma fui comunque condannata. Ero disperata e piangevo per le ingiustizie subìte. Ero arrabbiata col Signore per aver permesso la mia detenzione da innocente. Mi sembrava di impazzire. Stavo nutrendo pensieri di suicidio ma una notte, nel tunnel della mia disperazione e in quel letto di una cella angusta e tetra, ebbi una visione (non so se fosse una visione o sogno) di un uomo avvolto in una luce risplendente che illuminò la mia cella. Ho associato quell’uomo a Gesù che mi voleva parlare e confortare. Ricordandomi gli insegnamenti di mio padre, decisi di frequentare i culti che venivano effettuati settimanalmente da due pastori evangelici. Mi dissero che avevano conosciuto mio padre in occasione di diverse funzioni religiose e ricordavano le preghiere e le lacrime versate per la conversione della sua famiglia. Iniziai il mio percorso di fede e frequentavo regolarmente le riunioni tenute, alternativamente, dai due pastori. Sentivo dentro di me qualcosa che stava cambiando. Desideravo conoscere personalmente Gesù e iniziai a pregarLo e a leggere la Bibbia. Ciò che inizialmente era una fievole fiammella, col tempo divenne un fuoco interiore che mi spingeva a cantare e lodare il nome del Signore. Spesse volte lo facevo ad alta voce con lo sguardo fisso verso il cielo dalla finestrella della mia cella. Alcune guardie mi sentivano cantare e lodare e spesso si fermavano ad ascoltarmi. Il mio amore per Gesù si sviluppava sempre di più e realizzai una libertà interiore che mi portò persino a ringraziare Dio per aver permesso quella terrificante esperienza. Mi sentivo libera sebbene incarcerata. Una libertà che non dipendeva dalle sentenze umane ma dall’amore di Gesù manifestato sulla croce quando morì per i miei peccati. Non mi sentivo più prigioniera ma libera di amare, libera da pensieri negativi, libera di lodare quel Signore che aveva offerto la Sua giovane vita al posto mio. Giorno dopo giorno mi sentivo cambiare dalla presenza dello Spirito santo.

Oramai il carcere fa parte della mia storia. Sono stata scarcerata ed ora frequento regolarmente i culti in una chiesa della Puglia. Ho fortemente desiderato il battesimo e finalmente, domenica 11 aprile 2021 sono stata immersa nelle acque battesimali. Avrei voluto che ci fossero anche i due pastori che mi hanno assistito per lungo tempo in carcere ma, a motivo della pandemia in atto, è stato impossibile. In particolare, avrei voluto che mio padre fosse stato lì per vedere il frutto delle sue costanti preghiere ma sono sicura che, dall’alto dei Cieli avrà fatto festa con gli angeli e si saranno uniti alla mia gioia e a quella dei miei fratelli e sorelle perché una peccatrice è stata salvata per fede ed ora attende di vedere la gloria di Dio nella sua vita presente e futura.

Vorrei invitare quanti leggono queste poche righe a concedere a Dio la possibilità di parlare al loro cuore. Dio ha tanto amato il mondo che ha offerto Gesù a morire sulla croce per la salvezza di ogni creatura (Giovanni 3:16). Vorrei anche invitare i miei fratelli e sorelle in fede ad affidare la propria vita nelle mani sapienti di Dio. Egli vuole benedire quanti confidano in Lui. L’amore di Dio fa sbocciare un fiore nel deserto, è successo a me e può succedere anche a te. A Dio sia la lode e gloria in eterno.

Maria Teresa

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