Siete mai stati in dubbio sul volere di Dio per il vostro futuro? “Devo andare nel Wisconsin o nel Minnesota?”, “Devo andare in pensione o continuare a lavorare?”, “Devo diventare un ingegnere dell’IBM o un impiegato dell’aeroporto?”, “Devo sposarmi o restare single?”. Le domande sono infinite. Una dietro l’altra? Ogni nuova responsabilità richiede una nuova decisione.
Spigolature
La bottega del fabbro
Nella bottega del fabbro ci sono tre tipi di strumenti. Quelli accatastati in un mucchio di rottami: antiquati, rotti, spuntati, arrugginiti. Stanno in un angolo pieno di ragnatele, inutilizzabili per il loro padrone, immemori della loro funzione.
Un cuore buono, ma…
(La scena: il culto di una domenica mattina; le persone stanno pregando in silenzio).
Max: Dio, voglio fare cose grandi.
Dio: Le fai?
Non dire…
Non dire “Padre” se ogni giorno non ti comporti da figlio. Non dire “nostro” se vivi isolato nel tuo egoismo. Non dire “che sei nei cieli” se pensi solo alle cose terrene. Non dire “sia santificato il Tuo nome” se non Lo onori con la tua vita. Non dire “venga il tuo regno” se pensi solo alla tua vita materiale.
C’era una volta…
C’era una volta sulle rive di un lago, una villa circondata da un meraviglioso giardino, curato alla perfezione. Le aiuole erano piene di fiori: tulipani, margherite, gladioli, giacinti, anemoni… Dei cespugli fioriti di rododendri e di camelie e degli alberi di tutti i tipi rendevano quel giardino una delizia per gli occhi. Le erbacce venivano regolarmente estirpate ed i viali sempre ben spazzati. Per molto anni sempre lo stesso giardiniere aveva regolarmente curato quel giardino.
Una storia significativa
Il giorno dopo una bella carrozza attraverso i miseri campi dello scozzese; ne scese un gentiluomo elegantemente vestito che si presentò come il padre del ragazzo che Fleming aveva salvato: “Vorrei ripagarvi” gli disse il gentiluomo “avete salvato la vita di mio figlio.” “Non posso accettare un pagamento per quello che ho fatto.” Replicò il contadino scozzese rifiutando l’offerta. In quel momento, il figlio del contadino si affacciò alla porta della loro casupola. “E’ vostro figlio?” chiese il gentiluomo. “Si” rispose il padre orgoglioso. “Vi propongo un patto: lasciate che provveda a dargli lo stesso livello di educazione che avrà mio figlio. Se il ragazzo assomiglia al padre, non c’è dubbio che diventerà un uomo di cui entrambi andremo orgogliosi.” E così accadde. Fleming era un povero contadino scozzese. Un giorno, mentre stava lavorando, sentì un grido d’aiuto venire da una palude vicina. Immediatamente lasciò i propri attrezzi e corse alla palude. Lì, bloccato fino alla cintola nella melma nerastra, c’era un ragazzino terrorizzato che urlava e cercava di liberarsi. Il fattore Fleming salvò il ragazzo da quella che avrebbe potuto essere una morte lenta e orribile.
L’esame di un missionario
Alle tre di un freddo mattino, un candidato missionario si presentò alla porta dell’esaminatore. Lo s’introdusse nello studio, dove attese fino alle otto per il colloquio. Un uomo anziano, si presentò, dunque, per fargli delle domande.
“Sai scrivere?” “Si!” rispose il missionario.
“Allora scrivi: pane.” Egli lo scrisse.
“Conosci i numeri?” “Si!”
“Quanto fa due per due?” “Quattro!”
“Splendido!”, disse l’anziano, “Credo che tu abbia superato l’esame; ci vediamo domani, davanti alla commissione.”
La puntura dell’ape
Una famiglia in vacanza viaggiava in auto, con i finestrini abbassati, godendosi la brezza di una giornata di sole.
All’improvviso, una grande ape nera sfrecciò attraverso il finestrino aperto, cominciando a ronzare. La figlioletta, allergica alle punture d’ape cercò, terrorizzata, di nascondersi rannicchiandosi sul sedile posteriore. Se fosse stata punta, infatti, sarebbe morta in meno di un’ora.
“Oh papà” gemette, “è un’ape! Sta per pungermi!”.
Il padre fermò l’auto e cerò di catturare l’insetto. Ronzando verso di lui, l’ape andò a sbattere contro il parabrezza, ed il padre riuscì ad intrappolarla nel suo pugno. Tenendola nella sua mano chiusa, egli attendeva l’inevitabile puntura. L’ape, infatti, lo punse e, mosso dalla comprensibile sofferenza, aprendo la mano, permise all’insetto di volare nuovamente all’interno dell’abitacolo.
Posate…di servizio
Un sant’uomo ebbe un giorno la possibilità di conversare con Dio e Gli chiese: “Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e ’Inferno”. Dio lo condusse verso due porte. Aprì una di esse e gli permise di guardare all’interno. Al centro della stanza, c’era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’uomo sentì l’acquolina in bocca. Le persone sedute attorno alla tavola, però, erano magre, dall’aspetto livido e malato. Sembravano tutti affamati. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma, poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca. Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio gli disse: “Hai appena visto l’inferno”. Dio ed il sant’uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l’aprì.La scena che l’uomo vide era uguale alla precedente.
Ho fame, perciò non mangio
Avete mai sentito qualcuno che dice: “Ho fame, tanta di quella fame, che non voglio mangiare nulla”? Io no! Oppure dire: “Ho sete, tanta di quella sete, che non voglio bere nemmeno un goccio d’acqua”? Io no! O anche dire: “Sono stanco, talmente stanco che non mi voglio riposare”? Io no! Oppure ancora: “Ho sonno, ma tanto di quel sonno che non mi voglio mettere a letto”? Io no! Eppure capita ogni tanto di sentire qualche anima che dice: “Non vengo al culto perché mi sento abbattuto, annoiato, deluso, scoraggiato”. Non dovrebbero, queste condizioni, essere di maggior stimolo per cercare il volto del Signore e per udire una parola dalla Sua bocca?