Cercando di ripercorrere la mia vita a ritroso, mi sono accorta di quanto Dio è rimasto fedele a quelle che sono le Sue promesse descritte nella Bibbia. Dio non mi ha mai abbandonata, neanche per un momento e, giorno dopo giorno, realizzo il Suo amore reale e tangibile, fondamentale per la mia esistenza. In un mondo dove regna odio, rancore e tradimento, io riscopro l’amore, quello perfetto, sublime, vero, l’amore di Dio. Ho avuto il privilegio di nascere in una famiglia cristiana; i miei genitori mi hanno inculcato il timore dell’Eterno e fin da bambina ho conosciuto Gesù, quale figlio di Dio, Gesù che si è donato per salvare anche me. Tramite l’amore dei miei genitori ho conosciuto l’amore di Gesù, tenero e prezioso. Sin da piccola ho avuto la consapevolezza che le storie che i miei mi raccontavano non fossero storie inventate, ma fatti accaduti realmente e che avevano cambiato la vita delle persone donando un senso alla vita stessa. Ho trascorso parte della mia esistenza al riparo, lontana da quelli che sono i veri problemi che sconvolgono la vita.
Il Signore è sempre stato accanto ai miei genitori e, nonostante le difficoltà (sempre presenti sebbene non ne sentissi gli effetti), sono cresciuta con la certezza che se volevo andare in Cielo, un giorno, dovevo ricevere anch’io la salvezza, il perdono dei miei peccati. Sebbene non avessi commesso nessun grave reato, scoprii che “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Rom3:23) ” mi fece considerare seriamente la mia posizione nei confronti di Dio. In quei “tutti” c’ero anch’io e non bastava che Gesù avesse salvato i miei genitori; per ereditare il Regno dei Cieli era necessario che Gesù diventasse anche il mio Salvatore. L’esperienza della “nuova nascita”, ovvero della mia arresa al Signore avvenne all’età di 13 anni; anche se in tenera età il Signore entrò nel mio cuore (io ho desiderato che entrasse), non mi ha costretta, realizzai la libertà in Gesù, libera di scegliere. Ed io ho scelto Gesù! Era il 26 luglio 1986, al campeggio evangelico “Poggiale”, quando per la prima volta ho alzato le mani verso il cielo e ho gridato a Dio “Signore salvami, entra nella mia vita, anche se sono piccola e non so come, voglio servirti! ” Ricordo quel momento come se fosse ieri, la mia voce si confondeva tra quella dei miei “fratelli” coetanei che, come me, gridavano a Dio in preghiera. Dio è stato attento al mio grido, non si è lasciato confondere dalle tante voci (so con certezza che abbia ascoltato anche gli altri) e per “sigillare” quello che stavo realizzando in quell’istante, mi ha donato il Suo Santo Spirito. Mentre il mio volto si rigava di lacrime per il senso di libertà e realizzavo il perdono di Gesù e la Sua salvezza, dalla mia bocca uscivano parole incomprensibili, parole che non conoscevo, che non avevo mai sentito dagli altri, o forse non ci avevo mai fatto caso! Stavo realizzando l’esperienza dei “centoventi” sull’alto solaio descritto nei primi capitoli del libro degli Atti….ma questo non lo sapevo e non comprendevo…. lo avrei capito più avanti. Il mio cuore era colmo di gioia. Era insieme a “questa persona”, la terza della Trinità, che io avrei potuto realizzare il mio servizio. Con l’andare del tempo, tornata alla mia vita di sempre, l’esperienza che avevo fatto si andava affievolendo…ma Dio aveva un piano ben preciso per me. Sentivo comunque la Sua presenza, frequentavo insieme ai miei genitori i culti in chiesa, le riunioni della scuola domenicale. I miei genitori “vegliavano” su me e lo Spirito Santo, come una sentinella, mi avvertiva, quando c’era qualcosa che in me non andava. Nel frattempo ero entrata nell’età dell’adolescenza critica per molti, e io mi affacciavo alle mie prime esperienze di vita. Avevo con me Gesù, che tramite lo Spirito Santo, mi spianava la via e mi preparava a quella che sarebbe stata la mia decisione definitiva. Avevo molti amici, sia in chiesa che fuori, e notavo la differenza; io stessa ero diversa dai miei compagni di scuola. Notavo l’invidia, scoprivo l’odio, il rancore, la vendetta, finché ho conosciuto un ragazzino, era uno dei più belli e dei più “teppisti” della scuola, ormai ero alle superiori… Lui mi aveva notato e io non riuscivo a crederci, non rimasi indifferente a questo fatto. Ma di lì a poco un peso avrebbe oppresso il mio cuore, non sentivo più la voce di Dio, non sentivo più la Sua presenza, ero triste e il vuoto mi stava logorando. Avevo avuto altre “cotte” adolescenziali, ma quella mi stava schiacciando, ero disorientata, ma lo Spirito Santo mi stava preparando a ricevere quello di cui avevo veramente bisogno. Era un giovedì e io ero solita andare con i miei in chiesa, nella comunità di Milano, quella sera mi sentivo troppo angosciata, sebbene non avessi fatto nulla di male, ma il solo fatto di desiderare di essere “come una di loro”, come i miei compagni, essere “libera” di fare quello che volevo (ancora non sapevo che la mondanità mi avrebbe resa schiava), mi stringeva il cuore, mi sentivo una traditrice, un po’ come Giuda l’Iscariota. Ma lo Spirito Santo mi “convinse” ad andare in chiesa. Quella sera il Signore “parlò” al mio cuore, scavò nel profondo. Il pastore lesse 2° Corinzi 6:14: “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro, e sarò loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Perciò:uscite di mezzo a loro e separatevene- dice il Signore- e non toccate nulla di immondo ed io vi accoglierò vi sarò per Padre e voi mi sarete per figlioli e per figliole dice il Signore Onnipotente” Più chiaro di così! Non potevo essere indifferente alla Parola che Dio mi stava rivolgendo. Con un amorevole rimprovero, Dio mi incoraggiava a fare la scelta definitiva. Io ero il tempio dello Spirito Santo, quello stesso Spirito che alcuni anni prima Dio mi aveva donato e con il quale aveva posto un sigillo che attestava che io ero una Sua preziosa proprietà, una Sua figliola. “Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio, son figlioli di Dio lo Spirito stesso attesta insieme al nostro spirito, che siamo figlioli di Dio e se siamo figlioli di Dio , siamo anche eredi e coeredi di Cristo (Rom 8:14-16)” Con un pianto liberatorio mi arresi nelle braccia di Dio e affidai interamente la mia vita a Lui, le mie decisioni, il mio futuro. Avevo scelto Gesù e questa volta era una scelta definitiva. Le tentazioni e le “persecuzioni” incominciarono subito. Il giorno dopo comunicai la mia decisione a quel ragazzo. Una mattina di qualche giorno dopo, trovai scritto sulla lavagna della mia classe parole offensive nei miei confronti e nei confronti di Dio. Capii allora che “appartenevo” davvero a Gesù! Nel mio cuore maturava il desiderio di dimostrare a tutti che avevo scelto per Gesù, volevo fare il battesimo in acqua e mentre io desideravo questo, anche alcuni fra i mie più cari amici, nonché fratelli e sorelle in Cristo, avevano espresso lo stesso desiderio. Entrai in crisi, perché avevo paura che gli altri potessero pensare che volessi loro imitare. Io stessa mi domandavo “Manu, ma sei sicura che è un tuo desiderio, o lo stai facendo perché lo fanno i tuoi amici?” Così decisi di ritirarmi e prendermi del tempo. Quanta pazienza ha avuto Dio con me! Ma era necessario affinché capissi che quella era una MIA decisione. Nel frattempo servivo il Signore come potevo, attraverso il canto, attraverso le mie piccole testimonianze (una volta il mese andavamo in visita ad altre comunità con altri giovani fratelli e sorelle, guidati dal responsabile della scuola domenicale). Il desiderio di battezzarmi era vivo in me, volevo che si concretizzasse anche per me quel passo in Atti 3:39 “…e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù per la remissione dei peccati..”. Il 22 gennaio 1989 sono scesa nelle acque battesimali, testimoniando ai presenti la mia decisione di servire Dio. Quella stessa mattina del 22 gennaio, come dicevo poc’anzi, col gruppo giovanile andammo in visita alla comunità di Cornaredo, dove testimoniai per la prima volta della mia decisione di volermi battezzandomi in acqua, proprio quel pomeriggio. Qualche anno dopo il Signore mi avrebbe chiamato a servirLo proprio lì, nella comunità di Cornaredo. Da quel giorno Dio è stato fedele, mi ha amato fin dall’inizio della mia esistenza e ora la mia vita è un crescendo… Dio non è mai mancato all’appuntamento. Ora so in chi ho creduto e ogni giorno sento la Sua presenza costante, sento la Sua benedizione. Ogni giorno decido di servire Cristo! Sono passati 20 anni dal giorno del mio battesimo e non mi sono mai pentita. Ho conosciuto l’amore da questo ”…Che Egli ha donato la Sua vita per noi” (I Giov. 3:16). Non vi sono parole per spiegare l’amore che sento nel mio cuore, perché è qualcosa di profondo, di perfetto, di speciale… bisogna viverlo! Tante cose sono successe nel frattempo, sono cresciuta, sono maturata, alcune volte ho sbagliato, altre volte sono caduta, ma lo Spirito Santo, il Consolatore, mi ha rialzata e Gesù, il mio Avvocato, ha interceduto per me presso il Padre celeste. Oh quale certezza! “Gesù disse:- Io ti rendo lode o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli fanciulli. Si’ Padre perché così ti è piaciuto” (Matteo 11:25-26) Ringrazio Dio, perché attraverso l’esperienza dei miei genitori, attraverso la loro cura materiale e spirituale, ho potuto assaporare l’amore di Dio prima e realizzarlo poi. Ora sono sposata, servo il Signore con mio marito, con le forze, con i talenti che Lui ci dona; ho due figli meravigliosi e come Giosuè posso affermare… “Quanto a me e la casa mia serviremo all’Eterno” (Giosuè 24:15).