La gioia di servire il Signore

pastoreFin dalla mia adolescenza ero attratto dai valori durevoli e profondi. A 21 anni, deluso dalle esperienze vissute nella ricerca di valori umani accettabili, acconsentii, dietro invito di mio padre, convertito all’Evangelo da pochi anni, a visitare un missionario cristiano inglese. Questi, con parole semplici ma toccanti, mi convinsero a considerare seriamente il mio rapporto con Dio. Mi avvicinai, così, alla chiesa cristiana evangelica pentecostale, nel tentativo di conseguire qualcosa che potesse finalmente soddisfare il mio desiderio di pace. Il primo miracolo che  realizzai  fu il profondo e disinteressato amore che Dio nutre per i suoi figliuoli. Incominciai a cercarLo e ad essere riconoscente per avermi amato al punto di donare il suo Figliuolo Gesù a morire sulla croce. Egli voleva salvarmi nonostante la mia passata ribellione. Realizzai la nuova nascita e ricevetti il dono del battesimo nello Spirito Santo. L’entusiasmo per queste prime esperienze mi indusse a rendermi disponibile per il servizio al Signore, il quale ascoltò la mia richiesta e mi chiamò al ministero, sin dal primo anno di conversione. Ripieno di zelo ma non di conoscenza, mi resi conto che era necessaria un’adeguata preparazione spirituale. Iniziai muovere i primi passi con una serie di esperienze che segnarono profondamente il corso della mia vita. Imparai che era necessario porre Dio al primo posto sino a “morire a me stesso”, fui messo alla prova per questo e, a motivo della mia scarsa conoscenza della Parola di Dio, feci amare esperienze religiose. Alcuni brani della Bibbia divennero per me ostacoli insormontabili, in particolare i versi contenuti in Atti 4:32-37.

 Ritenevo (erroneamente) che per essere un buon cristiano (in vista di diventare un buon pastore) dovevo abbandonare materialmente ogni cosa per meritarmi tale onore. Giunse, inevitabilmente, al punto di rimproverare Dio per la sua severità. Non sentivo più la pace, non riuscivo più a riposare e cominciai persino a dubitare della mia salvezza. Con questo sentimento di odio-amore nei confronti di Dio, un giorno partecipai ad un culto giovanile a Firenze. Il predicatore, proveniva dalla Francia, dopo aver predicato sulla consacrazione, rivolse un appello ai giovani che desideravano offrire la loro vita al Signore. Molti si alzarono si precipitarono verso il pulpito per ricevere la preghiera di benedizione. Anch’io mi alzai, con grande stupore dei miei genitori e di mia moglie (i quali conoscevano il conflitto spirituale e stavano pregando), ma invece di accostarmi all’appello corsi fuori dal locale, piangendo e gridando a Dio che non ero assolutamente disposto a servire un Dio così severo. Ma il seme che Dio aveva posto in me continuava a germogliare e crescere. Con molta pazienza il Signore continuava a  parlarmi  e a consolarmi. Una sera del novembre 1973, ormai esausto, andai ai piedi di Gesù, feci appello al suo amore e Gli chiesi di far luce nella mia mente e nella mia anima. Quella stessa sera avvenne un miracolo: all’improvviso, come una rivelazione, compresi che Dio non era interessato alle mie cose materiali, ma voleva il mio cuore interamente e incondizionatamente. In quel momento mi arresi completamente a Lui, gli offrii la mia famiglia, il mio lavoro, i miei beni, il mio tempo, le mie energie, … la mia vita. Quel giorno ricevetti anche la chiamata al ministero: seppi con assoluta certezza che Dio mi stava chiamando al servizio pastorale. Ritrovata la pace e la sicurezza in Dio compresi l’importanza di un’adeguata preparazione teologica; frequentai un breve ma intenso corso biblico in Inghilterra e cominciai a studiare la Bibbia  considerandola nella sua interezza. In quel periodo realizzai liberazioni, guarigioni, una vera comunione con Dio e, soprattutto  imparai a sottomettermi alla Sua volontà. Una domenica del mese di settembre 1984 entrai per la prima volta nella piccola comunità di Cornaredo; era una semplice visita e mai avrei immaginato che il Signore avrebbe concretizzato la chiamata proprio in quella piccola comunità. Un giorno il responsabile della comunità mi telefonò per chiedermi se volevo prendermi cura di quelle anime. Avrei voluto rispondere subito di sì ma l’esperienza mi aveva insegnato ad essere cauto. Per un mese intero pregai il Signore di mostrarmi la Sua volontà e dopo aver ricevuto il Suo consenso accettai l’incarico. Il 30 dicembre 1984 esposi il mio primo sermone alla comunità di Cornaredo. Sono trascorsi oltre 26 anni, da allora le difficoltà non sono mancate, ma non è mancato neanche l’aiuto e il sostegno di Dio, il quale onora coloro che Lo onorano. Nel frattempo la chiesa è cresciuta, sia numericamente che spiritualmente. Anche io sono cresciuto con i miei fratelli. Continuo a predicare l’Evangelo, sforzandomi di rimanere fedele agli insegnamenti ricevuti e con cuore grato a Dio per avermi chiamato a svolgere questo alto e prezioso servizio.

Pastore Raffaele Lucano

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