
Ritenevo (erroneamente) che per essere un buon cristiano (in vista di diventare un buon pastore) dovevo abbandonare materialmente ogni cosa per meritarmi tale onore. Giunse, inevitabilmente, al punto di rimproverare Dio per la sua severità. Non sentivo più la pace, non riuscivo più a riposare e cominciai persino a dubitare della mia salvezza. Con questo sentimento di odio-amore nei confronti di Dio, un giorno partecipai ad un culto giovanile a Firenze. Il predicatore, proveniva dalla Francia, dopo aver predicato sulla consacrazione, rivolse un appello ai giovani che desideravano offrire la loro vita al Signore. Molti si alzarono si precipitarono verso il pulpito per ricevere la preghiera di benedizione. Anch’io mi alzai, con grande stupore dei miei genitori e di mia moglie (i quali conoscevano il conflitto spirituale e stavano pregando), ma invece di accostarmi all’appello corsi fuori dal locale, piangendo e gridando a Dio che non ero assolutamente disposto a servire un Dio così severo. Ma il seme che Dio aveva posto in me continuava a germogliare e crescere. Con molta pazienza il Signore continuava a parlarmi e a consolarmi. Una sera del novembre 1973, ormai esausto, andai ai piedi di Gesù, feci appello al suo amore e Gli chiesi di far luce nella mia mente e nella mia anima. Quella stessa sera avvenne un miracolo: all’improvviso, come una rivelazione, compresi che Dio non era interessato alle mie cose materiali, ma voleva il mio cuore interamente e incondizionatamente. In quel momento mi arresi completamente a Lui, gli offrii la mia famiglia, il mio lavoro, i miei beni, il mio tempo, le mie energie, … la mia vita. Quel giorno ricevetti anche la chiamata al ministero: seppi con assoluta certezza che Dio mi stava chiamando al servizio pastorale. Ritrovata la pace e la sicurezza in Dio compresi l’importanza di un’adeguata preparazione teologica; frequentai un breve ma intenso corso biblico in Inghilterra e cominciai a studiare la Bibbia considerandola nella sua interezza. In quel periodo realizzai liberazioni, guarigioni, una vera comunione con Dio e, soprattutto imparai a sottomettermi alla Sua volontà. Una domenica del mese di settembre 1984 entrai per la prima volta nella piccola comunità di Cornaredo; era una semplice visita e mai avrei immaginato che il Signore avrebbe concretizzato la chiamata proprio in quella piccola comunità. Un giorno il responsabile della comunità mi telefonò per chiedermi se volevo prendermi cura di quelle anime. Avrei voluto rispondere subito di sì ma l’esperienza mi aveva insegnato ad essere cauto. Per un mese intero pregai il Signore di mostrarmi la Sua volontà e dopo aver ricevuto il Suo consenso accettai l’incarico. Il 30 dicembre 1984 esposi il mio primo sermone alla comunità di Cornaredo. Sono trascorsi oltre 26 anni, da allora le difficoltà non sono mancate, ma non è mancato neanche l’aiuto e il sostegno di Dio, il quale onora coloro che Lo onorano. Nel frattempo la chiesa è cresciuta, sia numericamente che spiritualmente. Anche io sono cresciuto con i miei fratelli. Continuo a predicare l’Evangelo, sforzandomi di rimanere fedele agli insegnamenti ricevuti e con cuore grato a Dio per avermi chiamato a svolgere questo alto e prezioso servizio.