Servizio cristiano – 12) Un fedele servizio cristiano

Il credente è spinto dalla compassione e dall’amore che ha riconosciuto e trovato in Cristo e perciò sente la necessità di condividere quella stessa ricchezza di cui Dio l’ha reso partecipe. Il servizio cristiano, quindi, non è mai solamente una risposta alle necessità materiali del prossimo, ma innanzitutto, a quelle spirituali. 

Il servizio fedele Oltre ad essere figli, siamo anche servitori di Dio pertanto è opportuno agire con avvedutezza e fedeltà. Ancora una volta con il conforto della Parola, troviamo spunti di riflessione circa gli insegnamenti che il Signore ci vuole dare per migliorare il nostro comportamento cristiano.

 Leggiamo in Matteo 25:14-21: “Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: “Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. Il suo padrone gli disse: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore.” Secondo la cultura del tempo, non era raro che una persona di rango nobile intraprendesse un lungo viaggio e lasciasse i suoi possedimenti alla cura dei suoi servitori. Il personaggio descritto era facoltoso e molto generoso e mise i suoi servitori in condizione di poter gestire al meglio quanto loro affidato. Parimenti, il Signore ci equipaggia di capacità che dobbiamo utilizzare al meglio. Al suo ritorno valuterà, non ai fini della salvezza, che compete a Lui solamente, ma ai fini della consacrazione e della santificazione, l’utilizzo che abbiamo fatto delle possibilità ricevute, verificandone i profitti. Nella misura in cui avremo accettato di essere servitori, ci assumeremo l’onere di usare responsabilmente i doni che Egli ci ha fatto. Dio non ci richiede più di quanto possiamo fare, tantomeno produrre i medesimi risultati di altri, né di avere le stesse capacità. Nondimeno c’è richiesto di fare del nostro meglio. Certo è che più abbiamo ricevuto più Gesù si aspetta che diamo. Investiamo dunque ogni cosa nell’opera del Signore, in attesa del Suo ritorno. Soffermiamoci per un momento sulla felice relazione del servo che aveva ricevuto cinque talenti e li aveva fatti fruttare del doppio. Evidentemente, egli si era tanto impegnato, affinché il suo padrone si compiacesse del suo lavoro. Grazie alla fedeltà dimostrata, il padrone rimase molto soddisfatto, lo lodò definendolo “buono e fedele” e lo ricompensò copiosamente. Tutti noi credenti un giorno dovremo presentarci davanti al Signore e veder giudicato il nostro servizio. Non sarà valutato il risultato, bensì le intenzioni con cui abbiamo agito, così che le opere motivate da sentimenti impuri e carnali saranno condannate e consumate, mentre tutto quello che è stato il frutto della grazia nel cuore ed è stato compiuto con fedeltà ed amore sussisterà e sarà ricompensato.

Il servizio gioioso Nell’Antico Testamento, Dio disse al popolo d’Israele che i sacrifici, le decime e le offerte dovevano essere portati all’altare con gioia. Parimenti non dobbiamo servire il Signore solo per ubbidienza, sebbene Gli sia dovuta. Un servizio reso solo per ubbidienza denota una conoscenza inesatta di Dio ed un’esperienza superficiale di conversione e tenderà ad inaridirsi. La Scrittura ci mostra come il Signore gradisca lode e servizio: “Mandate grida di gioia al Signore, abitanti di tutta la terra! Servite il Signore con letizia, presentatevi gioiosi a lui! Riconoscete che il Signore è Dio; è lui che ci ha fatti, e noi siamo suoi; siamo suo popolo e gregge di cui egli ha cura. Entrate nelle Sue porte con ringraziamento, nei suoi cortili con lode; celebratelo, benedite il suo nome. Poiché il Signore è buono; la sua bontà dura in eterno, la sua fedeltà per ogni generazione.” (Salmo 100:1-5). Lode, ringraziamento e servizio sono i nostri sacrifici a Dio, proprio come le offerte all’altare del tempio nell’Antico Testamento, perciò dobbiamo offrirli con cuore ben disposto. Quando la nostra volontà è in armonia con quella del Signore, adorazione e servizio gioiosi, risulteranno naturali.

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