4. LA SAPIENZA CHE GIUNGE DALL’ALTO – Cap. 1:5-8

sapienzaPrima di tutto dobbiamo chiederci cosa è la sapienza e, soprattutto, il valore attribuitole dalla Parola di Dio. Dal vocabolario Treccani leggiamo: “Condizione di perfezione intellettuale che si manifesta col possesso di grande conoscenza e dottrina”, ovvero, per quanto più strettamente ci riguarda e con senso più ampio, “dote, oltre che intellettuale, anche spirituale e morale, intesa come saggezza unita a oculato discernimento nel giudicare e nell’operare, sia sul piano etico, sia sul piano della vita pratica”.

La prima era ricercata e praticata dai Greci (1 Corinzi 1:22 Poiché i Giudei chiedono de’ miracoli, e i Greci cercano sapienza), i quali amavano essere riconosciuti possessori di una cultura eccellente ed innovativa (Atti 17:20 Paolo all’Areopàgo: Poiché tu ci rechi agli orecchi delle cose strane. Noi vorremmo dunque sapere che cosa vogliano dire queste cose). Avevano anche la presunzione, come alcuni religiosi dell’età moderna, di scoprire Dio con il proprio intelletto e raziocinio Romani 1:18-22 Poiché l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà ed ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia; infatti quel che si può conoscer di Dio è manifesto in loro, avendolo Iddio loro manifestato; poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue; ond’è che essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Iddio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma si son dati a vani ragionamenti, e l’insensato loro cuore s’è ottenebrato. Dicendosi savi, son divenuti stolti. La “sapienza”, di cui noi dovremmo essere attratti, è di natura divina, che proviene dall’Alto. Essa non si può imparare sui banchi di scuola, non è frutto di sola esperienza umana e neppure prerogativa di persone dotate di particolare intelligenza Giobbe 28:12-24 Ma la Sapienza, dove trovarla? E dov’è il luogo dell’Intelligenza? L’uomo non ne sa la via, non la si trova sulla terra de’ viventi. L’abisso dice: “Non è in me”; il mare dice: “Non sta da me”. Non la si ottiene in cambio d’oro, né la si compra a peso d’argento. Non la si acquista con l’oro di Ofir, con l’onice preziosa o con lo zaffiro. L’oro ed il vetro non reggono al suo confronto, non la si dà in cambio di vasi d’oro fino. Non si parli di corallo, di cristallo; la Sapienza vale più delle perle. Il topazio d’Etiopia non può starle in fronte, l’oro puro non ne bilancia il valore. Donde vien dunque la Sapienza? E dov’è il luogo dell’Intelligenza? Essa è nascosta agli occhi d’ogni vivente, è celata agli uccelli del cielo. L’abisso e la morte dicono: “Ne abbiamo avuto qualche sentore”. Dio solo conosce la via che vi mena, egli solo sa il luogo dove dimora, perché il suo sguardo giunge sino alle estremità della terra, perch’egli vede tutto quel ch’è sotto i cieli.

Abbiamo un esempio dal patriarca Giuseppe. Nato e vissuto nel deserto, non frequentò scuole e neppure crebbe in un ambiente famigliare di grande cultura. Penultimo di dodici fratelli dovette subire le invidie e le gelosie dei fratelli maggiori ma Dio era con lui e lo dotò di una sapienza particolare, capace anche di interpretare i sogni altrui. Tale dono gli fu riconosciuto anche da Faraone Genesi 41:39 E Faraone disse a Giuseppe: “Giacché Iddio t’ha fatto conoscere tutto questo, non v’è alcuno che sia intelligente e savio al pari di te.

Qualche centinaio di anni dopo, fu un re dal cuore puro ed umile a domandare a Dio, al di sopra di ogni suo desiderio ed ambizione, sapienza e saggezza per amministrare il popolo di Dio; ciò piacque a Dio e lo investì di tale sapienza e conoscenza che lo resero famoso in tutte le civiltà allora conosciute, sino a giungere ai giorni nostri I Re 4:29 E Dio diede a Salomone sapienza, una grandissima intelligenza e una mente vasta com’è la rena che sta sulla riva del mare. È facile intuire che anche Gesù, figlio di un falegname, fu investito di una sapienza che proveniva dall’Alto. Sin dalla Sua fanciullezza, ancor prima che realizzasse la Sua natura divina, il Maestro “… cresceva in sapienza e in statura, e in grazia dinanzi a Dio e agli uomini Luca 2:52″. Come si diceva, la sapienza che stiamo trattando non deriva dai banchi di scuola, non vi è insegnante che possa trasmetterla anzi, essa annulla la sapienza umana affinché la gloria sia riposta a Dio e non agli uomini Atti 1:26-31 Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione: non ci son tra voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i savi; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti;  e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo, e le cose sprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, affinché nessuna carne si glorî nel cospetto di Dio. E a lui voi dovete d’essere in Cristo Gesù, il quale ci è stato fatto da Dio sapienza, e giustizia, e santificazione, e redenzione, affinché, com’è scritto: Chi si gloria, si glorî nel Signore.

L’Apostolo Paolo era un uomo colto, istruito in una delle “scuole” più ricercate. Il suo tutore era Gamaliele, uno dei più insigni e prestigiosi “rabbi” del momento. Era anche uomo intelligente avente un carattere di grande spessore, egli comprese che nulla poteva essere paragonato alla conoscenza del Figlio di Dio Filippesi 3:8 Anzi, a dir vero, io reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte codeste cose e le reputo tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo.

Molti altri, nelle Scritture, sono stati investiti di tale sapienza, anche se le loro origini erano modeste così come modesto era il compito a loro assegnato Atti 6:8-10 Or Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva gran prodigi e segni fra il popolo. Ma alcuni della sinagoga detta dei Liberti, e de’ Cirenei, e degli Alessandrini, e di quei di Cilicia e d’Asia, si levarono a disputare con Stefano; e non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava.

Si noti: Nell’elenco dei doni dello Spirito Santo, troviamo il dono di “sapienza”.  Entrambe queste “sapienze” sono doni che provengono dall’Alto e svolgono medesime funzioni ma, mentre la prima (che necessariamente deve accompagnare e completare il dono di “conoscenza”) si realizza come una sorta di rivelazione/illuminazione (alla stregua del discernimento degli spiriti – vedi la serva che aveva uno spirito indovino – Atti 16:16-18), strettamente legata alla Parola, la seconda è l’espressione di quella sensibilità spirituale che dona, a chi la possiede, la capacità di “vedere cose che altri non vedono” (vedi Pietro e Simone il mago in Samaria – Atti 8:23 Poiché io ti vedo in fiele amaro e in legami di iniquità).

L’Apostolo Giacomo esorta tutti noi, nessuno escluso, a chiedere e ottenere tale sapienza (v. 5), a condizione che (tra l’altro condizione necessaria per ottenere ogni tipo di favore da Dio) si chieda con fede, senza dubitare.

Questa possibilità viene offerta anche a te, approfittane!

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