L’ulivo e l’ulivastro

La forza d’Israele risiedeva nella condizione di “popolo eletto”. Tuttavia, l’aver impropriamente mitizzato tale condizione espose Israele alla caduta. Tutte le profezie negative che decretavano morte e desolazione, non erano previste nel suo “credo”: “Non fate una cosa simile!”… “Convertitevi dalle vostre vie malvagie, e osservate i miei comandamenti e i miei precetti, seguendo in tutto la legge che io prescrissi ai vostri padri, e che ho mandata a voi per mezzo dei miei servi, i profeti” (2Re 17:12-13). “Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube e i tuoi peccati, come una nuvola; torna a me, perché io ti ho riscattato” (Isaia 44:22). Nondimeno, Israele rimane sempre la pupilla dell’occhio del Signore, l’Eterno degli Eserciti era il suo  liberatore! Mai e poi mai, l’avrebbe distrutto! Israele non aveva realizzato pienamente l’opera di Dio. Il Signore desidera un popolo santo, appartato. L’Eterno nel Suo infinito amore abbraccia ubbidienza e giustizia, e soprattutto, non condivide il Suo primato: “Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io,  il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso”. (Esodo 20:4-5). Queste caratteristiche divine non sempre sono praticate, perché sono delle verità scomode. Più facile credere semplicemente in un Dio buono, lento all’ira, piuttosto che in un Padre, che, con dolore, infligga la giusta punizione al figlio per educarlo: “Non risparmiare la correzione al bambino; se lo batti con la verga, non ne morrà; lo batterai con la verga, ma lo salverai dal soggiorno dei morti” (Proverbi 23:13-14). Il popolo d’Israele in molte circostanze fu disubbidiente agli ordini del Signore, tuttavia,  nonostante la sua perversione ed il suo sviamento, a motivo di  un piccolo residuo di uomini e donne che si manteneva saldo nell’amore e nel timore di Dio, fu risparmiato e preservato! Analizziamo questi errori non per ergerci a giudici, bensì per crescere nelle vie del nostro Signore. La sua Parola è una lampada sul nostro cammino, essa dissolve il torpore dell’anima quando siamo travolti dalle nostre preoccupazioni, rassicurandoci pienamente. Questo “fantastico strumento” ci permette di tutelare la nostra vita; noi a differenza dei nostri predecessori, abbiamo il piano di Dio a portata di mano. Non diamo per scontato il facile accesso al consiglio della Parola, piuttosto confrontiamoci con Essa quotidianamente, per accertarci di essere al centro della volontà di Dio per avere, così, da Lui, approvazione per il nostro comportamento e, pur nella consapevolezza dei nostri limiti, facciamo nostra l’esortazione di Gesù: “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5:48). A Dio sia la gloria!

Marilena Mangeruca

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