Capitolo 1 – IL MATRIMONIO: CAPOLAVORO DI DIO

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In tutta la creazione c’è l’espressione dell’intelligenza e sapienza di Dio. Alla fine del sesto giorno, contemplando l’opera, Dio si compiacque poiché “tutto era buono”. Osservando però, avvertì che all’uomo (ebraico “ish”) mancava qualcosa. Avergli assegnato autorità su tutta la creazione per goderla, amministrarla, sottoporsela e custodirla non era sufficiente per rendere pienamente felice la Sua creatura. Dio ritenne opportuno affidargli un’adeguata compagnia e disse: “Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che gli sia convenevole” (Genesi 2:18) e gli affiancò la donna (ebraico “Ishah”, cioè completamento di “Ish”). A differenza della femmina dell’animale che aveva la funzione di “produrre secondo la sua specie” (Genesi 1:22-25), la donna avrebbe dovuto essere di supporto e di completamento dell’uomo. Senza la donna l’esistenza dell’uomo sarebbe stata vuota e incompleta. Di fronte a tanta bellezza e grazia l’uomo esclamò: “Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne”. L’Eterno ratificò: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne” (Genesi 2:23,24). Nel piano divino l’uno si completa nell’altra e l’altra si fonda nel primo. In questo disegno l’uomo trova nella donna un aiuto convenevole (idoneo ai suoi bisogni, conveniente per la sopravvivenza) mentre la donna trova rifugio e sostegno. L’uomo fu fatto dalla polvere (segno della sua sottomissione a Dio) e la donna fu formata da una costola di lui (segno della sua dipendenza dall’uomo poiché deriva dall’essere già formato). Ciò non significa che la donna sia un complemento ma il completamento, senza il quale l’uomo sarebbe infelice. Continuando nel Suo piano, Dio diede alle Sue creature l’ordine di crescere, moltiplicarsi, dominare e amministrare tutta la creazione. Non lo disse solo all’uomo ma a entrambi: Ecco, Io VI do…” (Genesi 1:27-29). Vanificare questo disegno di collaborazione, significherebbe vanificare il capolavoro di Dio: il matrimonio. In questa istituzione Dio vuole che le sue creature si completino, l’uno nell’altra, in un triplice scopo: spirituale, emozionale, fisico.

Questo progetto, che deve continuare nel tempo terreno, ha necessariamente bisogno di poggiare su un solido fondamento che entrambi i coniugi sono chiamati a porre.

La garanzia di un matrimonio felice consiste nell’aver posto la fiducia in Gesù, il Cristo Figlio di Dio. Se entrambi sperimentano, personalmente, la profondità di questa verità, se vivono giorno per giorno, rinnovando la realtà della Signoria di Gesù nella propria vita, essi troveranno la forza per superare ogni ostacolo che, inevitabilmente, la vita presenta. Gesù è il Signore (1° Corinzi 12:3), dei nostri progetti, dei desideri, delle ambizioni, dei sentimenti, del rapporto coniugale; Egli saprà difenderlo, svilupparlo e benedirlo.

All’interno di questo progetto divino vi sono alcune realtà che gli sposi devono assolutamente tenere in considerazione: 

UNITA’ NELLA DIVERSITA’

L’uomo è diverso della donna, fisicamente, emotivamente e caratterialmente. Queste differenze rimarranno sempre, anche se un coniuge tenderà a voler cambiare l’altro. Rimarranno anche quando ci saranno gli attriti e indipendentemente dalla ragione o dal torto. Sebbene diversi, è possibile realizzare unione tramite la collaborazione ed impegno da entrambe le parti.

Gli psicologi sono concordi nell’affermare che l’uomo soffre di solitudine più della donna. Sembra che, in caso di decesso di un coniuge, la donna sappia reagire meglio all’evento con rassegnazione e adattamento. Generalmente l’uomo non riesce a condividere i sentimenti con altri, alla donna riesce più facilmente. Quando un marito trova nella moglie una confidente, un’amica alla quale aprire il cuore, in sua mancanza sarà difficile per lui poter confidare i suoi segreti ad altri, ed è possibile per lui precipitare nella solitudine e nella depressione. Sebbene razionale, l’uomo ha bisogno di credere in qualcosa, di sognare, di sentirsi realizzato, accettato e apprezzato. A volte intraprende iniziative impossibili che non possono avere esito positivo; lui lo sa, ma vuole crederci. E’ persino disposto a vivere di illusioni. Una moglie saggia saprà riempire questo vuoto e portarlo nel mondo della realtà con discrezione.

Seppur sognatore, dinanzi ai problemi, l’uomo tenderà a risolverli con la logica e la razionalità, a differenza della donna che sarà condizionata dai suoi sentimenti e dalle sue emozioni.

vasoLa donna ha altre esigenze. Non è una creatura debole, semplicemente più fragile. Lei vuole essere coccolata, rassicurata, costantemente confermata, ripetutamente anche nell’arco della stessa giornata. Apprezzerà una telefonata del marito anche se è uscito da casa da solo due ore. Si sentirà importante per una parola dolce, un fiore od una semplice carezza. Anche se sa che è amata, sente sempre il bisogno di conferme. E’ persino disposta a “inventarsi” qualche situazione di disagio (pianto, irritabilità, ipocondria, ripetuti e lunghi silenzi, continui rimproveri, depressione, critiche, ecc.) per richiamare l’attenzione del marito. Un marito saggio saprà captare questi messaggi e con molta discrezione riempire il vuoto della moglie.

Egoisticamente, alcuni sposi pretendono di voler imporre la propria volontà e a tutti i costi voler trasformare l’altro a “propria immagine e volontà”. Lo ripetiamo: Per raggiungere quest’intesa è necessaria la partecipazione di entrambi, uno sforzo reciproco a compiacersi piuttosto che far valere le differenze che li distinguono. Il matrimonio non è costituito da fotocopie ma da due persone che, seppur diverse lottano, soffrono, pregano e vincono per la buona riuscita del rapporto. Il segreto di un matrimonio felice consiste nell’accettazione di uno dell’altra per ciò che sono e non per ciò che dovrebbero essere agli occhi del singolo coniuge. Molti conflitti sarebbero evitati se si considerassero seriamente queste inevitabili e naturali differenze lasciando il posto al dialogo, confronto, emancipazione e completamento.

… I DUE SARANNO UNA STESSA CARNE

1Un’ulteriore prova della saggezza e intelligenza di Dio, consiste nell’aver progettato questo capolavoro senza dimenticare alcun aspetto, spirituale, morale, emotivo, etico e fisico. L’uomo e la donna saranno una cosa sola quando comprenderanno che la propria unione non è solo “platonica” (sentimento ideale che non si traduce nella realtà) ma raggiunge la sua apoteosi nella dimostrazione pratica dei sentimenti. Esiste ancora oggi un atteggiamento negativo, velato da un’assurda idea d’ambigua spiritualità, che impedisce ai coniugi di vivere appieno questo meraviglioso dono divino. Dio ha voluto donare, a entrambi i sessi, la gioia dell’attrazione fisica per il completamento di uno nell’altra, senza vergogna o tabù. Il saggio Salomone interpreta questa volontà e nel suo libro dei Proverbi scrive: “Sia benedetta la tua fonte, e vivi lieto con la sposa della tua gioventù. Cerva d’amore, cavriola (variante poetica di capriolo, capriola) di grazia, le sue carezze t’inebrino in ogni tempo, e sii del continuo rapito nell’affetto suo” (cap. 5:18 e 19). E ancora dal Libro del Cantico dei Cantici 1:14-16: “Il mio amico m’è un grappolo di cipro delle vigne d’En-Ghedi. Come sei bella, amica mia, come sei bella! I tuoi occhi son come quelli dei colombi. Come sei bello, amico mio, come sei amabile!”

Per raggiungere un’equilibrata e dolce armonia, la coppia non dovrebbe evitare di trattare quest’argomento come se fosse impuro e peccaminoso, ma dovrà discuterne senza reticenza. Gli sposi dovrebbero considerare la loro unione intima come una benedizione, l’espressione pura del loro amore. Il dialogo e una giusta attitudine aiuteranno a dileguare ogni ombra di paura, di vergogna, di dubbio e di colpa. Il marito dovrà essere molto delicato e agevolare il dialogo creando un’atmosfera serena e pulita, mettendo la moglie a proprio agio per una totale e spontanea apertura. Non è azzardato affermare che la coppia che vuole glorificare Dio nella vita quotidiana deve saper gioire di una vita d’intimità. 

Ecco come considerava il matrimonio lo scrittore dell’Epistola agli Ebrei 13:4: “Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti, e sia il talamo (camera nuziale) incontaminato; poiché Iddio giudicherà i fornicatori e gli adulteri”.   

All’interno della coppia vi deve essere gentilezza, rispetto e riguardo alla natura di entrambi. Nel corso della loro giornata saranno impegnati a creare una serena armonia che li condurrà ad un’intima intesa e reciproca donazione.

LE REGOLE AIUTANO

Un tempo, nelle famiglie patriarcali, i genitori esercitavano grande influenza. I figli (in modo particolare le femmine) non raramente trovavano nel matrimonio una fuga dalle regole, a volte opprimenti. Oggi, al contrario, i figli sono spinti alla fuga dalla famiglia per la totale assenza di regole. Le regole aiutano, creano sicurezza, delimitano i confini entro i quali si trovano equilibrio e giusta guida. E’, quindi, indispensabile che i novelli sposi determinino sin da subito le regole che dovranno caratterizzare e difendere il rapporto. Il carattere degli sposi, la loro cultura, l’ambiente che hanno sempre vissuto, le loro aspettative per il futuro, la loro morale, determineranno le regole che saranno successivamente trasmesse ai figli. Dalle buone regole che gli sposi avranno saputo applicare dipenderà la loro felicità, anche nel tempo.

Gli sposi cristiani hanno il privilegio di avere una guida già stabilita, una regola divina che gli permetterà di costruire un rapporto equilibrato ed una serena atmosfera famigliare: la Parola di Dio.

Le regole aiuteranno gli sposi nei momenti più difficili, specialmente quando, terminati i primi momenti d’entusiasmo emotivo e sentimentale, dovranno cedere il posto alla determinazione di stare uniti nonostante le difficoltà e le prove.

Gli sposi, che saggiamente s’impongono “buone” regole, devono anche avere la costanza di osservarle. In modo particolare, quando le contrarietà e le circostanze avverse della vita, metteranno a dura prova la stabilità dell’unione.

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Attenzione alle dispute verbali. Gli sposi dovranno imparare anche a “litigare” e non lasciarsi prendere “la lingua”, oltrepassando i limiti del rispetto e della dignità di sposi.

Avremo modo di approfondire tale argomento ma ecco alcune fondamentali regole che dovranno essere sempre presenti nel rapporto matrimoniale cristiano:

  1. L’amore deve essere dimostrato in modo concreto (II Corinzi 8:8-9) “Non lo dico per darvi un ordine, ma per mettere alla prova, con l’esempio dell’altrui premura, anche la schiettezza del vostro amore. Perché voi conoscete la carità del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, s’è fatto povero per amor vostro, onde, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi”.
  2. Riconoscere e accettare i ruoli biblici (Efesini 5:22-23): “Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come al Signore, poiché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, egli, che è il Salvatore del corpo”.
  3. Rispetto, sensibilità e cortesia (I Pietro 3:2): “…quand’avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa”. (I Pietro 3:15) “…anzi abbiate nei vostri cuori un santo timore di Cristo il Signore, pronti sempre a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza che è in voi, ma con dolcezza e rispetto; avendo una buona coscienza”.
  4. Dialogo e comunione (Filippesi 2:1): “Se dunque v’è qualche consolazione in Cristo, se v’è qualche conforto d’amore, se v’è qualche comunione di Spirito, se v’è qualche tenerezza d’affetto e qualche compassione”.

UNA COSA SOLA ANCHE NELLO SPIRITO (I Pietro 3:7) “Parimente, voi, mariti, convivete con esse colla discrezione dovuta al vaso più debole ch’è il femminile. Portate loro onore, poiché sono anch’esse eredi con voi della grazia della vita, onde le vostre preghiere non siano impedite”.

Infine e cosa più importante, gli sposi tengano sempre presente che dinanzi a Dio non vi è distinzione di sesso. Egli non ci vede solo come creature ma come figli sui quali è stato sparso il suo Santo Spirito, indistintamente dalla nostra natura (I Corinzi 6:19) “E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?”

Consapevoli di questa realtà, saremo preoccupati di portare onore al “tempio” nostro marito e al “tempio” nostra moglie, sapendo che se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi (I Corinzi 3:17)”.

Quando saremo in cielo non ci sarà distinzione di sesso perché l’amore che regnerà appagherà ogni nostra necessità (Marco 12:25) “Poiché quando gli uomini risuscitano dai morti, né prendono né dànno moglie, ma son come angeli ne’ cieli” ma è piaciuto a Dio donare all’uomo e alla donna (coniugati) la possibilità di esprimersi in un sentimento così profondo. L’amore riempie la vita, colora l’esistenza, nobilita l’anima, come un profumo soave che inebria il nostro cuore e dà un senso a ogni istante che viviamo. L’amore di un uomo verso una donna e di una donna verso un uomo, è particolare, divino, perché due creature da sempre sconosciute, in un attimo, con uno sguardo, un’intesa, unisce, emotivamente, intimamente, spiritualmente e si fondono uno nell’altra.

Il matrimonio è uno dei capolavori di Dio. Come un prezioso dipinto Egli ne delimita i tratti; l’amore è la tela sulla quale stende i suoi colori ma noi siamo i pennelli che vuole usare per realizzare il Suo capolavoro.  

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