Troppo tardi

sepolcrookMarta dunque disse a Gesú: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto (Giovanni 11:12)

Finchè Lazzaro, fratello di Marta e Maria ed intimo amico di Gesù, era ancora in vita, le due sorelle nutrivano la speranza dell’intervento divino ma l’attardarsi di Gesù aveva prodotto in loro la fine di ogni speranza. Lazzaro era morto. Chi potrebbe mai sperare contro ogni speranza? La morte sembrava aver sopraffatto la vita e Gesù, lo si evince dal tono delle parole di Marta, poteva averne qualche responsabilità. Per le sorelle non c’era più nulla da fare! Ma il tempo non è un problema di Dio ma dell’uomo.

Nelle sue mani

manimondo“Il Signore è colui che ti protegge” (Salmo 121:5)

Ho lavorato oltre trent’anni presso un prestigioso Istituto Bancario Italiano in un periodo particolare in cui le banche erano prese di mira dai rapinatori. In tutto questo periodo, per ben quindici volte mi sono trovato coinvolto in queste circostanze di malavita ma non mi sono mai trovato direttamente in pericolo. Dio ha sempre protetto la mia incolumità fisica. Viviamo in una realtà in cui i valori morali e persino il necessario e naturale rispetto umano hanno perso significato.

Dio è affidabile

AFFIDABILITA“Il mio aiuto vien dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra” (Salmo 121:2)

Quando siamo bisognosi di aiuto e ci rivolgiamo a qualcuno è naturale chiederci se è in grado di soddisfare le nostre esigenze. Ben presto scopriamo che non vi è alcuno, su questa terra, che possa soddisfare appieno le nostre necessità. Anche se motivati da buone intenzioni, dobbiamo ammettere la precarietà umana e dirigerci verso Colui che non solo può, bensì vuole prendersi carico delle nostre ansietà. Un giorno Gesù incontrò un uomo, cieco e mendicante, il quale Gli chiese di prestargli attenzione. Gesù gli fece una domanda che al lettore distratto potrebbe sembrare alquanto superflua: “Che cosa vuoi che ti faccia?” 

Camminare attraverso le acque

camminarenelleacque“Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno …” (Isaia 43:29)

Talvolta il cristiano è reso capace dallo Spirito Santo di camminare sopra le acque delle proprie afflizioni e ottenere una completa vittoria, altre volte, invece, è chiamato a camminare attraverso le acque. Nel primo caso è fondamentale esercitare quella fede capace di smuovere le montagne, nel secondo caso deve applicare la fiducia e mantenere una costante visione sulla persona di Gesù. Mentre attraversava il Mar Rosso, il popolo di Dio camminava sull’asciutto ma, quale sgomento nel vedere quelle due muraglie di acqua che fiancheggiavano il loro cammino. Paura, dubbio e forse anche oppressione, ma la strada era quella; non c’era alternativa!

Camminare sopra le acque

camminaresulleacquePietro gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire da te sull’acqua”. (Matteo 14:28)

Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci che sfamarono oltre cinquemila persone, Gesù ritenne i Suoi discepoli abbastanza maturi spiritualmente per mostrargli la Sua vera natura: “Veramente tu sei Figlio di Dio”. Egli obbliga i Suoi a prendere la barca e attenderlo all’altra riva. In mare aperto una tempesta coglie l’imbarcazione e sebbene tra di loro vi fossero abili pescatori e conoscitori di quel mare, erano destinati a perire. Ancora una volta, Gesù viene in loro aiuto. Vedendolo camminare sulle acque, Pietro chiese di poterlo imitare. Smonta dalla barca e violando tutte le leggi della fisica, l’elemento liquido lo sostiene … sino a quando la ragione e la logica hanno il sopravvento.

Squilli di tromba

trombaAlzo gli occhi verso i monti … Da dove mi verrà l’aiuto? (Salmo 121:1)

Abiia, figlio di Roboamo (2 Cronache cap. 13), uomo mite e timoroso di Dio, ebbe un regno molto breve ma intenso. Geroboamo, già ribelle a Roboamo, a capo dell’esercito d’Israele con ottocentomila soldati, gli mosse guerra nel tentativo di detronizzarlo. Abiia contava solo quattrocentomila soldati di Giuda e ben presto si trovò accerchiato da tutti i lati. L’esito della battaglia era scontato ma Abiia e i suoi soldati gridarono all’Eterno mentre i sacerdoti fecero squillare le loro trombe. Quest’atto di fede mosse l’onnipotenza di Dio e Geroboamo subì una solenne sconfitta e fu umiliato. In circostanze diverse ma in situazioni simili, a volte ci troviamo anche noi.

La fama di un ragazzo sconosciuto

paniepescibisC’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci… (Giovanni 6:9)

La Bibbia riporta le gesta di grandi uomini di Dio. Personaggi che, guidati dallo Spirito Santo, hanno contribuito a formare la storia del piano di Dio per l’uomo. Il loro nome è famoso e stimato da tutte le età. Ve ne sono altri che, sebbene il loro nome sia rimasto sconosciuto, le loro gesta hanno contribuito alla manifestazione della gloria di Dio. E’ il caso di questo ragazzo. Il suo nome non è citato ma la sua generosità nell’offrire il suo sostentamento a favore della folla affamata, viene ricordata da secoli e predicata dai numerosi pulpiti.

Una fede di qualità

centurione ma dì una parola e il mio servo sarà guarito (Luca 7:7)

Ecco una fede di qualità! L’Evangelista enfatizza la posizione dignitaria di questo uomo, uomo pio che amava Israele e si prodigava a favore della religione ebraica. Un uomo, secondo gli anziani Giudei, meritevole di attenzione. Ogni dono che viene dall’Alto è frutto della misericordia di Dio e non in virtù di nostre opere, non di meno Gesù decise di seguire i Giudei mosso da compassione e per manifestare la Sua gloria. Prima di arrivare alcuni servi del centurione riferirono che la malattia del servo amato era irreversibile. Non c’era più nulla da fare! Riportarono fedelmente le parole del padrone: … ma dì una parola e il mio servo sarà guarito. Il centurione aveva sentito appena parlare di Gesù, non di meno Gli riconobbe l’autorevolezza sopra quella malattia. Potremmo dire, in questo caso, una fede razionale e logica fondata su elementi certi.

Rassegnazione o santificazione?

“O Signore, vedi la mia afflizione, perché il nemico trionfa! (…) Guarda, Signore, vedi in che misero stato sono ridotta!” (Lam. 1:9-11).

La stesura del libro delle Lamentazioni avviene indicativamente dal 626 al 586 a.C. La caratteristica dello scritto è quella di percepire il “giudizio” di Dio, attraverso il “dramma” vissuto. In sostanza gli argomenti affrontati sono: la fiducia di soccorso nelle altre nazioni (Lam. 4:17) e le aspettative nei riguardi del re dell’epoca (Lam. 4:20).

L’ulivo e l’ulivastro

“…Ma non pongono mente a ciò che fa il Signore, e non considerano l’opera delle Sue mani. Perciò il mio popolo sarà deportato, a causa della sua ignoranza …” (Isaia 5:12-13). Isaia significa: “il Signore è la mia salvezza”. Egli è uno dei cinque profeti maggiori ed è anche il più grande fra tutti i profeti dell’Antico Testamento, Isaia è definito “profeta della redenzione” per gli argomenti trattati nella prima parte del Libro e “profeta evangelico” per i restanti capitoli. Le sue visioni profetiche ricoprono un periodo di più di mezzo secolo esattamente durante il regno di quattro re di Giuda: Uzzia, Jotam, Achaz ed Ezechia. Intanto, il Regno del Nord governato dal re Osea, con le sue dieci tribù, era stato giudicato e cacciato dalla presenza del Signore.