Una vita piena

“In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre, e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.” (Giovanni 14:12-14)

boscoAmicheDiNaomi La vita cristiana è una grande avventura, è una vita con uno scopo e con la potenza per realizzarlo. Naturalmente non possiamo compiere grandi cose con le nostre sole forze, poiché necessitiamo dell’unzione dello Spirito Santo. Cosa significa ciò? Oltre ad avvicinarci a Dio con la preghiera e fortificare la nostra fede leggendo e meditando la Sua Parola, dobbiamo avere la mente di Cristo, il cuore di Cristo, le labbra di Cristo. Così come i discepoli vennero trasformati dalla potenza divina, da uomini timorosi in efficaci testimoni di Cristo, ed usati dal Dio per cambiare il corso della Storia, ancora oggi, Egli è alla ricerca di uomini e donne ubbidienti e decisi a servirlo con zelo. Pur consapevoli delle difficoltà questi servitori non si scoraggiano di fronte agli imprevisti, non sottovalutano gli ostacoli che incontrano nell’intraprendere un’opera per il Signore, nondimeno permettono che tali impedimenti fermino il loro cammino spirituale.

Mettetemi alla prova

provadice l’Eterno degli eserciti; “Vedrete se io non aprirò le cataratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia più dover riporla”.
(Malachia 3:10)

Le parole riportate nel versetto, sono sconvolgenti; esse si prefiggono di cambiare i nostri pensieri nascosti, di stravolgere il nostro buon senso. Tuttavia è un modo efficace per insegnarci a confidare in Dio ed a darGli fiducia. Ogni giorno la Bibbia parla al nostro cuore direttamente, credo che ognuno di noi, almeno una volta nella propria vita abbia ammirato e sperimentato la potenza e l’amore del Signore, quando ci si è sinceramente e completamente affidati a Lui. Quando vogliamo “osare” con Dio, dobbiamo sapere che Egli “è”, di conseguenza, riconoscerLo per “chi è” e ringraziarLo per ciò che “ha già fatto”, prima di porre nuove petizioni. Questo è il giusto atteggiamento di fronte al Signore. Nel secondo libro dei Re (4:1-7) si racconta l’episodio di una vedova senza risorse, con due figli a carico e molti debiti da saldare senza dilazioni.

La gioia del Signore è la vera ricchezza

T15_enzanani_testimonianzaMolti, oggigiorno, cercano la gioia nelle ricchezze e nel benessere, pensando che se avessero un bel conto in banca ed una buona salute fisica sarebbero felici. Il più delle volte ciò non corrisponde alla realtà; infatti, ci sono persone che hanno tutto questo, ma sono ugualmente infelici. Dove e come è possibile trovare la vera gioia? In Nehemia 8:10 è scritto “la gioia del Signore è la vostra forza”, quindi la vera gioia risiede in Dio che possiamo realizzare attraverso Suo Figlio Gesù. Dio stesso é intervenuto in favore dell’uomo e ha dato al Suo popolo un mezzo per avere salvezza. Come Gesù ci ha raggiunto ed amati, allo stesso modo Egli desidera che noi ci approssimiamo ed amiamo quanti sono intorno a noi per aiutarli a raggiungere la vera gioia. Lo notiamo nell’Antico Testamento: Il disubbidiente popolo d’Israele si lamentò e Dio, per richiamarlo, parlò a Mosè il quale fece un serpente di rame ed avveniva che chiunque fosse morso da un serpente, guardando il serpente di rame era guarito.

Essere donna

madreterraNella Bibbia, il passo più espressivo ed esplicito di come dovrebbe essere la donna lo troviamo in Proverbi 31:10-31:
“Chi troverà una donna forte e virtuosa? Il suo valore è di gran lunga superiore alle perle. Il cuore di suo marito confida in lei e avrà sempre dei guadagni. Ella gli fa del bene e non del
male, tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e lavora con piacere con le proprie mani. Ella è simile alle navi dei mercanti: fa venire il suo cibo da lontano. Si alza quando è ancora notte per distribuire il cibo alla sua famiglia e dare ordini alle sue domestiche. Ella guarda un campo e l’acquista; col frutto delle sue mani pianta una vigna. Si cinge di forza i lombi, e irrobustisce le sue braccia. Si rende conto che il suo commercio va bene, e la sua lampada di notte non si spegne. Stende la sua mano alla conocchia e le sue palme impugnano il fuso. Tende la sua mano al povero e porge le sue mani al bisognoso, non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti quelli di casa hanno doppia veste. Si fa delle coperte di arazzo e le sue vesti sono di lino finissimo e di porpora. Suo marito è stimato alle porte, quando si siede fra gli anziani del paese. Confeziona vesti di lino e le vende, e rifornisce i mercanti di cinture. Forza e onore sono il suo vestito e ride dei giorni a venire.

Fiducia

bimbomani“Ho posto la mia fiducia in Dio, non temero’, che cosa mi puo’ fare l’uomo?”(Salmo 56:11)

Cosa significa fiducia? Di chi bisogna aver fiducia? L’uomo tradisce? E se si perché? E Dio? Queste sono domande che ognuno di noi almeno una volta nella vita si è posto. Ma che cos’è la fiducia? La parola fiducia significa avere un atteggiamento verso gli altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie
possibilità e che generalmente genera un sentimento di sicurezza e tranquillità. La vita quotidiana ci porta a relazionarci, in ogni momento, in famiglia, con gli amici, sul lavoro. Ma possiamo veramente fidarci del nostro prossimo? Possiamo confidarci? Possiamo mettere a parte l’altro dei nostri pensieri più nascosti? Delle nostre paure? Dei nostri sentimenti più profondi? Delle nostre insicurezze? Possiamo essere certi che le nostre confidenze non saranno tradite? Che queste non saranno abusate o travisate a nostro danno? La natura dell’uomo è fallace e spesso, si trova ad interpretare il ruolo di vittima o carnefice nel gioco della vita, nel tentativo di perseguire il proprio interesse. Ma allora di chi fidarsi?

Essere al servizio di Dio

vassellaio“quanto a me e alla casa mia, serviremo il Signore” (Giosuè 24:15)

Quando Giosuè (successore di Mosè) disse queste parole, era arrivato alla fine del suo servizio a Dio. Oggi noi diremmo che era arrivato alla pensione ma lui rimase un fedele servitore fino alla fine, infatti non si limitò a congedarsi dal popolo d’Israele, ma lo radunò attorno a sé e ricordò loro quello che l’Eterno aveva fatto durante i quarant’anni nel deserto: di come li salvò dagli Egiziani, come li dissetò e come li sfamò, ma soprattutto ricordò loro di come i loro padri rinnegarono Dio e si inginocchiarono davanti agli idoli, e quanto, loro stessi, avessero peccato contro Dio. Quando Giosuè prese la decisione di servire l’Eterno, il popolo d’Israele lo seguì, ponendolo di fronte alle responsabilità:

Naomi… Una nuova speranza

sufragetteIl libro di Ruth presenta la storia di due donne, una suocera ed una nuora. Sebbene questo tipo di rapporto, proverbialmente sembri difficile, queste due persone unirono la loro vita in un legame spirituale e di affetto sincero che lasciò un segno profondo nella storia d’Israele. Naomi è una donna amareggiata, rimasta vedova, sola in terra straniera. Ogni sua speranza è persa, ogni fonte persa. Il suo spirito è afflitto, la sua condizione disperata. I figli di Dio non saranno mai disperati, ci potranno essere momento difficili, tempi di 
carenza di benedizioni, mancanza di abbondanza, ma Dio si ricorda sempre del Suo popolo. In seguito anche i due figli morirono e Naomi, rimasta con le due nuore. Desiderò tornare nel suo luogo d’origine. “Partì dunque con le sue due nuore dal luogo dove era stata e si mise in cammino per tornare nel paese di Giuda” (Ruth 1:7) Come Naomi ti senti afflitta dalle circostanze della vita? Come Naomi ti senti scoraggiata o tentata di pensare che Dio ti abbia abbandonata invece di benedirti? Come Naomi i senti come una calamita che attira tutti i metalli, così tu con tutti i tuoi problemi? Questo messaggio è per te, il libro di Ruth è un messaggio per la tua vita. La Scrittura ci dice che Naomi, insieme alle nuore, raggiunse il confine della Giudea e dovette prendere una decisione.