Cronaca di una battaglia

dalla predicazione del 28 agosto 2011, 11 settembre 2011, 18 settembre 2011, 02 ottobre 2011, 09 ottobre 2011

Lettura da 2 Cronache 20:1-30

 Giosafat era un re buono, diverso da quasi tutti gli altri re. Egli riportò il popolo eletto nuovamente a Dio, alla vera adorazione. Il suo cuore era pulito, sincero e spirituale, volto a Dio. Era gradito ed approvato da Dio. Era un uomo di pace, poco avvezzo alla guerra. Quando i Moabiti, gli Ammoniti e gli Edomiti si coalizzarono per muovergli contro, ebbe gran paura.

La Chiesa, amata sposa di Cristo

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dalla predicazione del 19 Dicembre 2010

Lettura da Cantico dei Cantici 8:1-7

Chi sono i due amanti che si scambiano amorevoli parole e gesti? Lo sposo, il saggio Salomone, e la sposa, colei che sale dal deserto, proveniente dal Sulam. Salomone s’innamora, ricambiato, della Sulamita. Essi si scambiano un sentimento profondo che non è regolato da una logica naturale. L’amore coniugale che lega i due è diverso da quello naturale dei genitori per i figli, o dell’affezione che si prova verso le persone care, gli amici. Tra un uomo ed una donna, estranei, che non hanno alcuna precedente relazione, affinità od interesse in comune, accade che scatti una scintilla particolare.

Il vostro cuore non venga meno

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dalla predicazione del 21 Novenbre 2010

Lettura da Deuteronomio 20:1-20

Il cristiano ha un nemico astuto da combattere che sfrutta ogni occasione per atterrarlo. Tramite eventi quotidiani, tenta di sconvolgergli l’equilibrio spirituale, esercitando una forte pressione sul sistema emotivo, psichico e psicologico. Episodi di terrorismo, violenze di ogni genere, crisi economica si riflettono, anche se indirettamente, nella nostra sfera intima, ed in essa, problemi familiari, di lavoro e di salute appaiono ingigantirsi. Da un recente studio apprendiamo che oggi, in Italia, il 10% della popolazione è affetta da depressione; nel 2020 la depressione sarà collocata al secondo posto per incidenza dopo le malattie cardiovascolari, e nel 2030 al primo posto.

Una corda a tre capi

dalla predicazione del Pastore Salvatore Notaristefano in visita presso la nostra Comunità il 07 Novembre 2010

Lettura da Ecclesiaste 4:8-12

 Siamo in compagnia di un Signore meraviglioso! Egli è al nostro fianco nell’apparente solitudine, quando cadiamo ed abbiamo bisogno di qualcuno al nostro fianco che ci rialzi. Egli è sempre accanto a noi e compie un’opera grandiosa a nostro favore. Il nostro “faticare” per l’opera del Dio Altissimo alla Sua gloria, deve esprimere la convinzione che non sia un “affaticarci invano”. Quest’ opera ha avuto, ha ed avrà continuità, indipendentemente dall’avere una discendenza ed un’eredità sulla terra, poiché il nostro nome è scritto nel libro della vita. Possiamo anche non avere una famiglia umana o dei parenti, ma se abbiamo il Signore, non patiremo mai solitudine spirituale. Nemmeno nella realtà dei problemi quotidiani, saremo soli, se avremo il Signore con noi.

Il buon Pastore

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dalla predicazione del 24 Ottobre 2010

Lettura da Giovanni 10: 22-30

Per accostarci a Dio dobbiamo credere che Egli è. Tuttavia c’è qualcosa di peggiore della mancanza di fede: l’apatia spirituale e le prese di posizione che ci allontanano dal Signore. Di prim’acchito l’Evengelo può attrarre, ma se quanti ascoltano, rimangono arroccati sulle proprie convinzioni, non potranno realizzare la potenza salvifica del messaggio. Per farlo non è altresì sufficiente riconoscere come potenti le opere di Gesù, la Parola ci porta molti esempi: molti Giudei, e Nicodemo tra questi, riscontrarono che il Nazareno compiva opere straordinarie, tuttavia andavano a Lui, in fondo, per un loro tornaconto, non foss’altro che per la conferma delle loro opinioni.

Una fede non finta

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dalla predicazione del 07 Aprile 2010

Lettura da II Timoteo 1:5

L’Apostolo Paolo incontra questa benedetta famiglia in una città licaonica (Derba o Listra) in Asia Minore, da lui visitata nel corso del suo primo viaggio missionario. Egli sentì parlare in modo favorevole del giovane Timoteo e volle portarlo con sé, da quel momento divenne un valido aiuto e tenace combattente cristiano nelle lotte spirituali di Paolo. L’Apostolo manifesta grande stima per la mamma Eunice e per la nonna Loide perchè vede nel giovaneTimoteo il frutto della loro costanza e fede in Dio. Queste due donne erano d’origine giudaica e (non si sa per quale motivo) si trovavano in Asia.

L’amico eccellente

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dalla predicazione del 31 Marzo 2010

Lettura da Giovanni 15:13-15

 Talvolta confondiamo l’amicizia con la compagnia, le frequentazioni. L’amicizia è un rapporto che nasce dal cuore, che si sceglie, che non dipende dalle circostanze. Il vero amico ama sempre, soprattutto nella distretta. E’ come uno specchio che riflette le nostre emozioni. Un buon esempio biblico è l’amicizia tra Davide e Jonathan: erano amici e si amavano come la loro anima. Tutti noi vorremmo avere un amico come Jonathan; egli si schiera contro Saul, suo padre, per salvare l’amico (I° Samuele 19:1-6), e caricandosi delle colpe di Davide (19:29-34), rischia tutto (23:17). Jonathan è figura di Cristo, infatti, Egli si è caricato dell’ira del Padre per salvarci. Gesù, dunque, è veramente il nostro amico per eccellenza. Ma noi lo trattiamo come tale?

Servitori fedeli

dalla predicazione del 28 Febbraio 2010
 paneLettura da Giovanni 2:1-12

L’universalmente noto racconto delle nozze di Cana, presenta il primo evidente miracolo di Gesù: quello in cui trasforma l’acqua in vino! Abbiamo anche noi bisogno di potenti manifestazioni per credere? “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Giovanni 20-29). I personaggi principali di questo  brano sono Gesù e Maria, sua madre. Tuttavia, vogliamo puntare la nostra attenzione su delle comparse, o meglio su delle “apparenti” comparse: i servitori.Utilizziamo, infatti, questo testo, per parlare di servizio, di qualità e durata del servizio, di ubbidienza, dunque, nel servizio. E’ necessario fare una premessa: dalla lettura evinciamo che Gesù è ad una festa, non è votato all’eremitaggio, non è prettamente un religioso a se stante.Gesù è gioia e felicità.La nostra felicità non dipende dalle circostanze, bensì dalla nostra fede. Lodiamo Dio non solo per ciò che fa nella nostra vita, bensì e soprattutto per chi Egli è!Ad una lettura superficiale il miracolo di trasformazione dell’acqua in vino, ci pare minore, rispetto alla guarigione del cieco Bartimeo (Marco 10:46-52) oppure rispetto addirittura alla resurrezione di Lazzaro (Giovanni 11:1-45).

Fate tutto quello che vi dirà

acquamani
dalla predicazione del 21 Febbraio 2010
Lettura da Giovanni 2:1-12
Gli accadimenti di Cana sono, ancora una volta, forieri di riflessione. Un altro personaggio attira la nostra attenzione, colei che funge da anello di congiunzione tra Gesù ed i servitori: Maria, Sua madre. Rileggendo i fatti di Cana con gli occhi di Maria, parleremo di intercessione. Dalla predicazione del Pastore Raffaele Lucano 07 Marzo 2010Il suo accorato appello “Non hanno più vino” (v.3), sembra suscitare un brusco riscontro da parte di Gesù, “Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta”(v.4), tuttavia rende maturo il tempo per il Suo primo palese miracolo. Subitanea emerge la consapevolezza che Maria è sottomessa a Gesù, ubbidiente, favorita dalla grazia, ma non divina, bensì umana.

Siate riconciliati con Dio

pontedalla predicazione del 07 Febbraio 2010

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.”(II° Corinzi 5:17-21)

Almeno una volta nella vita, a tutti noi è certamente capitato di subire un torto. Umanamente, siamo portati a mostrare il comportamento che riflette il nostro carattere: se siamo deboli, saremo portati a “lasciar correre”, se invece siamo forti, il nostro intento sarà quello di far valere, ad ogni costo, la nostra “legittima” posizione.