11. ULTIME RACCOMANDAZIONI (prima parte) Capitolo 5:7-20

  • PregareEd eccoci giunti alla conclusione della lettera! Sino alle fine l’Apostolo mantiene il carattere pastorale. Senza retoriche e con la schiettezza che contraddistingue il suo scritto si appresta a salutare i suoi lettori dedicando loro altre raccomandazioni. La chiusa si articola in quattro argomenti di perenne attualità. 
  • NON GIURARE (v. 12) per avallare una tesi che si vuole sostenere. Il giuramento ha valore nella misura della stima e integrità di colui che giura. Nell’Antico Testamento, a causa della debolezza mentale e spirituale e per rafforzare la fede del popolo, Dio faceva promesse con giuramento, talvolta sul suo stesso santo nome (vedi Isaia 54:9; Geremia 22:5; 44:26; 49:13). Egli ipotecava il Suo buon nome per garantire la promessa ma, Dio è Dio e sappiamo che nulla può impedire la Sua volontà. Il giuramento è l’espressione perentoria di una verità, di una promessa; per questo motivo Gesù ci esorta a non “giurare” e fare promesse che non sempre siamo in grado di mantenere. Nel tentativo di avvalorare il giuramento, chiamiamo in causa persone, situazioni, affetti e condizioni di particolare interesse come se fossimo padroni ed arbitri della nostra vita Matteo 23:20-22 Chi dunque giura per l’altare, giura per esso e per tutto quel che c’è sopra; e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che l’abita; e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra. La dignità cristiana dovrebbe indurci ad un comportamento affidabile e le promesse che facciamo devono essere mantenute. Dovremmo essere considerati persone d’onore la cui parola ha ancora un grande valore (vedi Ruth 4:7,8). Giacomo sintetizza il vero significato dell’atto del giurare con l’espressione di un semplice “sì” oppure “no”, aggiungere altre parole nel tentativo di convincere ci fa incappare nel giudizio ed è un’azione che procede dal maligno Matteo 5:37 Ma sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no; poiché il di più vien dal maligno.
  • L’EFFICACIA DELLA PREGHIERA COMUNITARIA (vv. 13-18) È uno dei privilegi di appartenere alla famiglia di Dio. Ciascuno di noi porta il proprio fardello, talvolta è leggero ma altra volta è pesante. Nella e per la nostra debole umanità, sentiamo la necessità di condividere con altri sia la gioia che la sofferenza (v. 13). Poiché non siamo stati creati come delle isole per vivere nella nostra solitudine, dobbiamo portare i pesi gli uni degli altri ed altresì gioire e festeggiare insieme ad alcuni di animo lieto Galati 6:2 Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo. Il mezzo che lo Spirito Santo ci mette a disposizione è la preghiera che sale al trono della grazia di Dio, sulle ali della nostra fede. Molto probabilmente Pietro rimase alquanto perplesso quando, liberato miracolosamente dai ceppi e dal carcere, fu lasciato fuori la porta a motivo dell’incredulità della fanciulla Rode e dei fratelli ma, vedendoli  riuniti realizzò l’efficacia della preghiera Atti 12:13-14 E avendo Pietro picchiato all’uscio del vestibolo, una serva, chiamata Rode venne ad ascoltare; e riconosciuta la voce di Pietro, per l’allegrezza non aprì l’uscio, ma corse dentro ad annunziare che Pietro stava davanti alla porta  Gli infermi della chiesa si possono affidare con fiducia alla cura degli anziani i quali, esercitando la comune fede (rafforzata dal simbolo dell’olio) pregheranno per loro per una totale guarigione. Or Colui che ha cura del corpo ha cura anche dell’anima e, come successe al paralitico calato dal soffitto dai quattro amici, il malato, sul quale fu pregato, venne ristabilito nel fisico e ottenne il perdono dei peccati. Luca 5:24 Ora, affinché sappiate che il Figliuol dell’uomo ha sulla terra autorità di rimettere i peccati: Io tel dico (disse al paralitico), lèvati, togli il tuo lettuccio e vattene a casa tua, Qui, l’Apostolo usa una contrazione lessicale in quanto omette e sottintende che colui che ha commesso peccato riceverà la remissione, a condizione, però, che lo confessi dinanzi a Dio. La fede si scontra sempre con l’incredulità; è un continuo confronto che mette in evidenza la reale fiducia posta nelle capacità e fedeltà di Dio. Giacomo prende ad esempio il profeta Elia (v. 17) il quale si trovava nelle nostre stesse condizioni quando sfidò i profeti di Baal e di Astarte I Re 18:37 Rispondimi, o Eterno, rispondimi, affinché questo popolo riconosca che tu, o Eterno, sei Dio, e che tu sei quegli che converte il cuor loro!”. Chi poteva garantirgli che Dio avrebbe risposto alla sua preghiera? E poi, era veramente la Sua volontà? Elia osò e fu esaudito perché non si soffermò a valutare i suoi limiti ma ebbe fiducia in Colui che può ogni cosa Marco 9:23 E Gesú: “Dici: Se puoi! Ogni cosa è possibile per chi crede”. Coloro che vivono lontani (non solo fisicamente) dalla Chiesa si privano di una maggiore possibilità di essere esauditi perché la preghiera del giusto è efficace (v. 16).

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